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Intervista a un deputato Hizbullah


Quella che riportiamo qui di seguito è l'intervista rilasciata ai fratelli Ammar e Ruhullah, in visita in Libano in rappresentanza della redazione de "Il Puro Islam", dal dott.Husayn al Hasan, nel Centro Stampa e Propaganda del movimento di Hizbullah, di cui egli è uno dei 9 rappresentanti eletti in parlamento. Eletto nel 1996 nel distretto della Beqa', che invia in Parlamento 5 deputati, di cui 3 sciiti, un sunnita e un cristiano, il prof. Husayn al Hasan è docente di biochimica e matematica all'università di Beyrut, ed appartiene ad una famiglia di musulmani praticanti, impegnata in prima linea nella lotta all'aggressione sionista, che ha dato due martiri alla causa dell'Islam.

Nonostante l'intervista sia stata rilasciata a Marzo, quindi prima del ritiro dell'esercito sionista dal Sud del Libano e dei cambiamenti che tale vittoria islamica ha portato, riteniamo comunque estremamente interessante proporla ai visitatori del sito per una maggiore conoscenza del movimento di Hezbullah, movimento che con il Jihad ed il sangue dei martiri ha scritto una delle più belle pagine della storia recente dell'Ummah.

Comunità Islamica "Ahl-al-Bait"




D.
I mezzi d'informazione occidentali fanno un gran parlare dell'annunciato ritiro dei sionisti dal Libano del Sud, del quale si danno due valutazioni contrapposte. Da un lato si parla di manovra nei confronti della Siria, che perderebbe così un temibile strumento di pressione; dall'altra parte si parla anche senza mezzi termini di vittoria militare Hizbullah e di sconfitta sionista. Che cosa ne pensa lei di queste due interpretazioni?

R. La seconda valutazione è indubbiamente quella veritiera. I sionisti sono stati sconfitti militarmente nel Libano del Sud. Se fosse vero che essi intendono solo esercitare pressioni sulla Siria, perché esiterebbero tanto a ritirarsi? Ancora due giorni or sono, Barach ha dichiarato che i sionisti non intendono ritirarsi, ma solo ridistribuire le forze d'occupazione. Essi non si rassegnano alla sconfitta, e tentano di intimorirci. Ma si rammentino loro a questo medesimo proposito le parole del Sacro Corano: <Quelli a cui dissero: "si sono riuniti contro di loro, temeteli", ciò accrebbe la loro fede, e risposero: "Iddio ci basterà, certo Egli è il nostro difensore"> (III, 173).

D. La propaganda occidentale sta facendo di tutto per legittimare presso le varie opinioni pubbliche il cosiddetto "stato d'Israele", tentando di far credere che la questione mediorientale altro non sia che una questione di relazioni e di confini tra stati, e non quella dell'esistenza stessa dell'entità sionista, vera e propria organizzazione criminale e terroristica basata sul genocidio, la pulizia etnica, l'aggressione militare, le stragi di civili libanesi, e la discriminazione razziale. Qual è a questo riguardo la posizione del movimento Hizbullah?

R. Il cosiddetto "stato d'Israele" è una creazione artificiale ed arbitraria, del tutto illegittima. Nato nel 1948 con il genocidio e la cacciata del popolo palestinese, esso ha potuto reggersi sinora solo grazie alle stragi, alla violenza, al terrore. Noi libanesi, dopo l'inevitabile ritiro israeliano, avremo, a Dio piacendo, liberato il nostro territorio nazionale, ma non per questo la nostra missione come musulmani sarà terminata. Rimane insoluta la questione di Gerusalemme e della Palestina occupata, la questione dello stato palestinese, che non riguarda soltanto la Cisgiordania e Gaza, i territori della cosiddetta "autonomia", ma riguarda l'intera Palestina occupata dai sionisti a partire dal 1948. Se non si risolvono questi problemi, non potranno esservi pace e giustizia. Il sedicente "stato d'Israele", è e resterà illegittimo nella sua totalità, la sua illegittimità non riguarda solo qualche territorio marginale. Restano i 4 milioni di profughi cacciati dalla Palestina che non attendono altro che di tornare nelle loro terre. Nessuno ha il diritto di massacrare e disperdere un popolo, e la dispersione della Palestina non potrà mai essere legittimata a livello internazionale.

D. Quali crede che siano le prospettive per la creazione anche in Libano di una Repubblica Islamica?

R. Siamo convinti che la creazione di una Repubblica Islamica nel nostro paese sia un obiettivo irrinunciabile, ma non andiamo di fretta a questo riguardo. Con l'aiuto di Dio Onnipotente, riusciremo a cacciare i sionisti dal Libano, ma l'elemento combattentistico e militare è solo una delle componenti del nostro movimento. La nostra presenza è radicata a livello politico e sociale, e siamo già maggioranza nelle zone musulmane. Le prospettive future sono condizionate dalla risoluzione di molti problemi. Il Libano ha diverse confessioni religiose, ed è dovere di noi musulmani rispettarle tutte (il sionismo non è una confessione religiosa, e ben poco ha a che vedere con lo stesso ebraismo, secondo l'insegnamento dell'Imam Khomeyni, n.d.c.). Noi pratichiamo il nostro Islam, ma non intendiamo imporre agli altri la nostra fede e le nostre convinzioni. Il Profeta (s) e l'Imam Ali (as) non imposero con la forza il proprio governo. E l'Imam Khomeyni ha detto e fatto la stessa cosa, ed ha instaurato in Iran una Repubblica Islamica in piena conformità con il volere del popolo

D. Anche se noi musulmani ci rifacciamo alle norme giuridiche della Legge Divina Rivelata, non pensa Ella che sarebbe pur sempre opportuno per i movimenti e le organizzazioni islamiche adoperarsi presso le varie opinioni pubbliche per favorire la costituzione di un tribunale internazionale che giudichi i crimini di guerra e contro l'umanità perpetrati dai sionisti, analogamente a quanto avvenuto per l'ex Yugoslavia, specie in un momento in cui i criminali posti a capo dell'entità sionista, il sedicente "stato d'Israele", fanno di tutto per presentarsi al mondo dietro una maschera di rispettabilità, camuffati da pacifisti, fautori della libertà, della tolleranza e della pacifica convivenza tra i popoli?

R. Il problema è che simili iniziative, sia pur lodevoli, vanno prese nell'ambito delle Nazioni Unite, che sono controllate dagli Stati Uniti, il che è come dire dai sionisti, i quali sono in grado di impedire che ogni iniziativa presa in tal senso vada a buon fine. Il cosiddetto "stato d'Israele" non è mai stato condannato per i suoi crimini, grazie al reiterato veto americano. Ciò nondimeno, siamo per parte nostra favorevoli a simili iniziative. Io personalmente ho partecipato a ben 10 convegni per chiarire questo problema all'opinione pubblica internazionale.

D. Durante il nostro soggiorno in Libano, abbiamo notato che anche nei quartieri musulmani alcune donne, e non sono poche, non indossano l'hijab. Come si pone il movimento di Hizbullah di fronte a questi problemi?

R. Il nostro movimento si sforza di convincere, specialmente i giovani, senza imporre le proprie convinzioni. Certo, noi mettiamo in pratica il nostro Islam, ma non costringiamo nessuno a seguirci. Si tratta di una questione di educazione, e non di imposizione. Certo, in Libano vivono molti musulmani, ma nessuno può imporre con la forza la pratica dell'Islam. Dobbiamo invece sforzarci di ragionare e convincere con l'intelligenza. Si tratta in definitiva di adoperarsi per favorire la maturazione della nostra comunità, se si vogliono ottenere risultati duraturi e tangibili.

D. I mezzi d'informazione occidentali hanno dato un grande rilievo ai risultati delle recenti elezioni iraniane, presentandole come un voto di rifiuto degli ordinamenti islamici, ed in primo luogo della Wilayatul-Faqih. Qual è la vostra opinione a questo riguardo, particolarmente significativa dati i vostri stretti legami con la Repubblica Islamica dell'Iran?

R. Le elezioni di Febbraio sono state elezioni libere, conseguenza di un processo naturale di sviluppo ad assestamento della società iraniana. Vi è stato certo un confronto tra due punti di vista, tra due linee politiche, ma tutto nel quadro degli ordinamenti islamici. Il popolo iraniano ha risposto in massa alla chiamata alle urne, ed ha potuto esprimere in piena libertà le proprie opinioni ed i propri desideri, e tutto ciò indica che il governo e gli ordinamenti islamici sono più saldi e attivi che mai.

D. Crede Ella che una comunità come la nostra, sia pur nella sua limitata consistenza numerica, possa avere un ruolo significativo per la difesa della causa dell'Islam ed il miglioramento dei rapporti con i non musulmani di buona volontà in un paese come l'Italia, nella sua stragrande maggioranza del tutto estraneo all'Umma Islamica?

R. E' vostro dovere adoperarvi in tal senso. Anche in Italia c'è bisogno di gente che parli e dia testimonianza dell'Islam. Questo è necessario soprattutto nei riguardi dei non musulmani, in una situazione come la vostra. Quand'anche s'abbia a che fare con non musulmani, sarà pur sempre possibile avere con loro buoni rapporti ed unità d'intenti in nome dei buoni principi, di quegli stessi principi universali proclamati ed attuati dall'Islam.



Intervista curata dalla Comunità Islamica "Ahl-al-Bait"
www.shia-islam.org
ahlalbait128@yahoo.it



 

"Israele come stato ebraico costituisce un pericolo non solo per se stesso e per i suoi abitanti, ma per tutti gli ebrei e per tutti gli altri popoli e stati del Medio Oriente e anche altrove."

- Prof. Israel Shahak, ebreo israeliano e direttore della lega israeliana per i diritti umani e civili


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