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di don Curzio Nitoglia 1

 

postato: 15 dicembre 2016

 

der sturmer - antisemitismo

Sopra: poster antisemita diffuso dalla rivista tedesca Der Sturmer

nel 1938. Al centro appare la scritta «Quando l'ebreo ride».

 

 

Cause generali dell'antigiudaismo

 

Si fa un gran parlare oggigiorno di antisemitismo. Ma quali sono le cause di questo fenomeno? Si poneva già il secolo scorso questa stessa domanda lo scrittore e giornalista israelita Bernard Lazare (1865-1903). «Ovunque gli ebrei [...] si sono stabiliti - rispondeva - si è sviluppato l'antisemitismo, o meglio ancora, l'antigiudaismo, poiché antisemitismo è una parola poco esatta» 2.

 

Egli ammette inoltre che «il popolo ebraico è stato odiato da tutti i popoli tra i quali si è stabilito» 3, e ne conclude che le cause generali dell'antisemitismo risiedono in Israele e non nei popoli che lo hanno combattuto. Tale ragionamento non è frutto di odio razziale o di antisemitismo, ma è la constatazione di un autore di origine israelita, dotato di mente lucida e obiettiva.

 

bernard lazare - l'antisemitismo

Sopra: il giornalista ebreo Bernard Lazare e la sua opera L'antisemitismo: la sua storia e le sue cause,

da cui è stata estratta buona parte delle citazioni riportate in questo articolo.

 

Né il Lazare, né tantomeno noi, vogliamo sostenere con ciò che i persecutori degli ebrei abbiano avuto sempre ragione. La Chiesa ad esempio si è opposta all'odio razziale e ad una ingiustificata violenza contro il giudaismo, pur raccomandando costantemente la prudenza e pur prendendo delle misure che preservassero i cristiani dall’influenza ebraica.

 

Tuttavia, bisogna ammettere, con il Lazare, che «gli ebrei - in parte almeno - causarono i loro mali» 4, perché solitamente l'ebreo è un «essere insocievole» («insociable» 5), che rifiuta di farsi assimilare dalla società, in quanto è politicamente e religiosamente esclusivista. Studiando la Storia si constata come i popoli vinti finivano per sottomettersi ai vincitori, pur mantenendo eventualmente la propria fede. Al contrario,

 

«ovunque gli ebrei fondarono delle colonie, ovunque furono trasferiti, chiesero non solo di poter praticare la propria religione, ma anche di non essere assoggettati ai costumi dei popoli tra i quali erano chiamati a vivere e di potersi governare con le proprie leggi» 6.

 

ebrei ortodossi

 

Dappertutto vollero restare ebrei, come popolo, come religione e come Stato, e poterono fondare grazie ai privilegi così ottenuti, uno Stato nello Stato.

 

Legge mosaica e legge talmudica

 

A questo punto bisogna interrompere il ragionamento del Lazare per rammentare la distinzione importantissima tra la Legge mosaica e quella talmudica, tra il giudaismo prima e dopo Cristo. La Legge mosaica, tutta relativa al Cristo futuro, è stata ripresa e perfezionata dal cristianesimo, quella talmudica al contrario è l'antitesi e la corruzione di quella mosaica e cristiana 7. Il Talmud e la Càbala spuria impedirono la conversione del popolo eletto al Messia; la dominazione dei farisei impedì ad Israele di entrare nella Nuova ed Eterna Alleanza. Come abbiamo già dimostrato, il talmudismo è una degenerazione carnale della religione mosaica.

 

Infatti, laddove il mosaismo insegnava che Israele era stato scelto per accogliere Cristo e farlo conoscere a tutte le genti, i farisei e i cabalisti-talmudisti sostenevano che il mondo è stato creato «per essere sottomesso all'impero universale [...] degli ebrei» 8. Ecco la nuova religione giudaica che non ha nulla a che vedere con la Bibbia e con Mosè: il dominio dell'ebraismo sul mondo intero! Secondo questa concezione, da una parte vi sono gli ebrei, i veri uomini, e dall'altra i non-ebrei, i «goym» che sono come delle bestie e devono essere schiavi degli ebrei.

 

rabbi menachem mendel schneerson

«L'ebreo non è stato creato come mezzo per uno scopo: egli stesso è lo scopo, dal momento che tutta la sostanza della emanazione (divina) è stata creata solo per servire gli ebrei [...]. L'intera creazione esiste solo per il bene degli ebrei».

 

- Rabbi Menachem Mendel Schneerson (1902-1994).

 

(cfr. I. Shahak, Storia ebraica e giudaismo: Storia ebraica e giudaismo. Il peso di tre millenni, Cooperativa Editrice Sodalitium, pag. 58).

 

«Se un ebreo ha bisogno di un fegato, può prelevare il fegato di un non-ebreo innocente che sta passando per salvarsi? La Torah probabilmente lo permetterebbe. La vita ebraica ha un "valore" infinito. C'è qualcosa di più santo ed unico nella vita ebraica che non esiste nella vita non-ebraica».

 

- Rabbi Yitzhak Ginsburgh

 

(cfr. Jewish Week, del 26 aprile 1996).

 

Quando venne il Messia predicando il Vangelo del Regno dei cieli, perfezionamento e compimento dell'Antico Testamento, i farisei e i talmudisti, pur sapendo che Egli era il Messia e Dio stesso, Lo odiarono profondamente fino a metterLo a morte, perché sconvolgeva il loro sogno imperialista di dominio materiale sul mondo intero. È con la corruzione del mosaismo in talmudismo che ebbe inizio una persecuzione sistematica nei confronti degli ebrei 9.

 

Questo fenomeno si spiega facilmente; col nascere dell'odio e del disprezzo verso tutti i popoli non ebraici nacque anche l'inevitabile reazione di questi ultimi. Se fino ad allora vi erano state soltanto delle esplosioni di odio locale, a partire da quel momento si verificarono delle vessazioni sistematiche verso gli ebrei stanziati nei vari Paesi. Il Lazare sostiene che la causa delle persecuzioni contro il giudaismo è da ricercarsi proprio nei principî del talmudismo e non nel comportamento dei popoli ospitanti, i quali per lo più non fecero altro che difendersi («vim vi repellere licet»). Si chiede il Lazare:

 

«Perché in tutti questi Paesi, in tutte queste città gli ebrei furono odiati? Poiché non entrarono mai nello Stato come cittadini, ma come privilegiati. Benché avessero abbandonato la Palestina essi volevano innanzitutto restare ebrei, considerando ancora Gerusalemme come la loro unica patria [...] e rifiutando l'assimilazione da parte dei popoli circostanti» 10.

 

il talmud

Sopra: il Talmud.

 

Il giudaismo ai tempi della civiltà cristiana

 

Leone XIII (1810-1903) ha ricordato autorevolmente come la società medioevale fosse impregnata della filosofia del Vangelo. Era inevitabile pertanto che l'ebraismo, ostile al Vangelo e alla Chiesa, si opponesse a tale ordine sociale. La Chiesa cattolica dovette quindi condurre e guidare una reazione o difesa dall'ebraismo che possiamo chiamare pertanto «antigiudaismo», termine che deve essere accuratamente distinto, come vedremo meglio in seguito, da quello di «antisemitismo». Il motivo dell'antigiudaismo è pertanto l'opposizione secolare dell'ebraismo talmudico a Nostro Signore Gesù Cristo e alla Sua Chiesa, la quale per non soccombere dovette difendersi. Scrive ancora Lazare:

 

«Per il solo fatto che negavano la divinità di Cristo gli ebrei si ponevano come nemici dell'ordine sociale, poiché tale ordine sociale era fondato sul cristianesimo» 11.

 

Un esempio dei conflitti che potevano nascere tra popolo ebraico e ordine sociale cristiano è quello relativo all'usura. Durante tutto il Medioevo e fino al XV secolo la Chiesa proibì il prestito ad interesse, ma per l'ebreo questa proibizione non era vincolante:

 

«Gli ebrei, che a quell'epoca appartenevano per la maggior parte alla classe dei commercianti [...], approfittarono di questa licenza e della situazione economica dei popoli tra i quali vivevano» 12. «Popolo energico, vivace, di un orgoglio infinito, che si considerava superiore a tutti gli altri, il popolo ebraico volle diventare una potenza. Aveva istintivamente il gusto del dominio [...]. Per esercitare questo tipo di autorità gli ebrei non ebbero la possibilità di scegliere i mezzi. L'oro diede ad essi un potere che tutte le leggi religiose e politiche rifiutavano loro [...]. Detentori dell'oro, essi divennero i padroni dei loro padroni» 13.

 

usurai

 

I talmudisti, naturalmente, ebbero una grande influenza nell'instillare questo amore dell'oro nell'anima dei proprî correligionari. Dando importanza solo agli atti esteriori e non curandosi della purezza dell'intenzione, essi resero gretta l'anima ebraica, presentandole come unico fine della vita una felicità naturale e materiale da raggiungere sulla terra.

 

«Per ottenere questo bene egoista [...] l'ebreo [...] era fatalmente condotto a ricercare l'oro [...]. L'ebreo fu diretto verso l'oro; fu preparato ad essere [...] l'usuraio [...]. Una volta che l'ebreo diventò tale, l'antigiudaismo si complicò, le cause sociali si mischiarono alle religiose e l'unione di queste spiega l'intensità e la gravità delle persecuzioni che Israele dovette subire [...]. Il deicida, già oggetto di orrore, essendo diventato l'usuraio, l'esattore delle tasse, lo spietato agente del fisco, aggravò l’orrore verso di sé» 14.

 

Attirò così su di sé un duplice disprezzo: quello dei cristiani e quello degli oppressi.

 

I vari agenti dell'antigiudaismo

 

Abbiamo visto che la Chiesa, fin dai primi secoli, svolse un ruolo di primo piano nel moderare le invadenze dottrinali e pratiche dell'ebraismo. Nello svolgere questo compito essa si servì principalmente di due istituzioni: gli Ordini religiosi e l'Inquisizione.

 

1) Gli Ordini religiosi

La predicazione dei religiosi riguardante gli ebrei denunciava innanzitutto il peccato di deicidio, per dimostrare in seguito che essi, tramite l'usura, erano diventati anche i padroni dell'oro, «i succhiatori del sangue dei cristiani». Così si esprimevano San Giovanni da Capestrano (1386-1456), San Bernardino da Siena (1380-1444), il Beato Bernardino da Feltre (1439-1494), ecc...

 

san bernardino da siena

san giovanni da capestrano

beato bernardino da feltre

Sopra, da sinistra: San Bernardino da Siena, San Giovanni da Capestrano e il Beato Bernardino da Feltre.

 

2) L'Inquisizione

Contrariamente a quanto generalmente si crede, l'Inquisizione non perseguiva gli ebrei a causa della loro razza e neanche a causa della loro religione, ma solamente nella misura in cui essi incitavano alla giudaizzazione, oppure, se dopo un'eventuale conversione al cristianesimo, fossero tornati a giudaizzare. La Chiesa non voleva l'eliminazione degli ebrei, posti come erano in uno stato di inferiorità legale, considerandoli come una testimonianza vivente del proprio trionfo.

 

«Così [...] il solo appoggio che l'ebreo trovò [...] fu il Papato e la Chiesa [...]. Se la Chiesa conservò gli ebrei non fu tuttavia senza redarguirli e punirli [...]. Ma il ruolo principale della Chiesa fu di combattere dogmaticamente la religione ebraica» 15.

 

conversos

Sopra: conversos (ebrei convertiti) arrestati dall'Inquisizione.

 

Il protestantesimo e gli ebrei

 

La Riforma protestante, come rivoluzionò l'ordine sociale cristiano, mutò anche i rapporti tra gli ebrei e la società.

 

martin lutero«Quando si levò l'alba del sedicesimo secolo, quando il primo soffio di libertà passò sul mondo, gli ebrei erano un popolo di schiavi. Tuttavia, [...] il tempo dei grandi dolori era passato per gli ebrei [...]. Essi incontrarono più comprensione [...], furono disprezzati in maniera meno violenta [...]. Eppure gli ebrei non erano cambiati [...]; erano gli altri ad essere cambiati. I cristiani erano diventati meno ferventi e quindi erano portati a detestare meno gli eretici [...]. Durante gli anni che precedettero la Riforma, l'ebreo era diventato l'educatore, il maestro di ebraico dei colti, iniziandoli così ai misteri della Càbala e armandoli - contro il cattolicesimo - dell'esegesi di cui si servirà il Protestantesimo [...]. Quando Lutero pubblicò le sue tesi [...], per un istante i teologi dimenticarono gli ebrei e dimenticarono anche che il movimento che si andava propagando affondava le sue radici nelle fonti ebraiche [...]. È lo spirito ebraico che trionfa con il protestantesimo [...]. È singolare l'analogia tra Lutero e Maometto. Tutti e due attinsero le loro dottrine alle fonti ebraiche» 16.

 

Infine, quando il 27 settembre del 1791 l'Assemblea Costituente dichiarò che gli ebrei avrebbero avuto in Francia gli stessi diritti dei cittadini attivi, gli ebrei entrarono a far parte della società.

 

La Rivoluzione Francese e gli ebrei

 

Con il 27 settembre 1791, gli ebrei furono ammessi al rango di cittadini attivi. Tuttavia, tale legge dell'Assemblea Costituente

 

«era soprattutto impotente a rompere le catene che gli ebrei stessi si erano fabbricate. Essi erano emancipati legalmente ma non moralmente, mantenevano la loro condotta di vita, i loro costumi e i loro pregiudizi [...], avevano paura di perdere, a contatto con i non-ebrei, la loro personalità e la loro fede [...], e lo sforzo della maggior parte degli ebrei tendeva a mantenere la propria identità in mezzo agli stranieri [...]. Economicamente gli ebrei restarono quello che erano [...], improduttivi [...], usurai» 17.

 

emancipazione degli ebrei

30 maggio 1806: Napoleone I proclama l'emancipazione degli israeliti.

 

Dall'antigiudaismo all'antisemitismo

 

L'antigiudaismo è propriamente teologico: esso è la reazione della Chiesa all'attacco dell'ebraismo talmudico che nei primi secoli cercò di soffocarLa nel sangue e nei secoli successivi di distruggerLa con le eresie. Per questo la Chiesa dovette scendere in campo contro il giudaismo. Con il processo di secolarizzazione si assistette ad un passaggio graduale dall'antigiudaismo teologico (che condannava l'odio e la violenza gratuita contro gli ebrei, ad eccezione della legittima difesa, ma che raccomandava d'altra parte la prudenza nell'evitare il contagio dal «morbo giudaico») all'antisemitismo razziale.

 

«Ufficialmente la Chiesa ha sempre condannato l'antisemitismo [...], e ha determinato la forma e i limiti [...] che deve adottare l'azione contro gli ebrei» 18.

 

Questa affermazione è verissima a condizione di ben definire il termine di «antisemitismo». Infatti, se la Chiesa ha condannato l'odio gratuito del sangue ebraico, essa non ha mai condannato la lotta al pensiero giudaico-talmudico: al contrario, ne è sempre stata la principale maestra. La tattica attuale degli ebrei è quella di confondere il significato delle parole, di far credere che non sia lecito reagire all'azione dissolutrice del giudaismo contro la Cristianità; per ottenere questo si dà al termine «antisemitismo» un significato più ampio di quello che gli ha sempre attribuito la Chiesa.

 

Lo stesso Yves Chevalier cade in questo errore quando afferma che l'antisemitismo moderno fa sua la teoria del complotto e della congiura ebraica, mentre a propriamente parlare, questa tesi, lungi dall'essere una proprietà dell'antisemitismo moderno, si trova di già, divinamente rivelata nel Vangelo. Leggiamo infatti in Giovanni (Gv 9, 22): «Conspiraverant Judæi...» («Gli ebrei congiuravano di espellere dalla Sinagoga chiunque riconoscesse che Gesù era il Cristo»). Consultando i dizionari etimologici della lingua italiana (Devoto-Olii, Zingarelli, Cortellazzo-Zolli, Battaglia, ecc...) si ricava che il significato di «cospirare» è: «cum» (assieme) «spirare» (soffiare), congiurare, accordarsi segretamente per conseguire un fine. Sinonimo di complottare. «Congiurare», a sua volta, viene da «cum iurare», ossia giurare assieme, unirsi in congiura.

 

congiura dei sinedriti

«Gli ebrei congiuravano di espellere dalla Sinagoga chiunque

riconoscesse che Gesù era il Cristo» (Gv 9, 22).

 

Complotto è sinonimo di congiura, intrigo, macchinazione ai danni di qualcuno. Gli ebrei perciò cospiravano, congiuravano e complottavano di scomunicare chiunque riconoscesse che Gesù era il Cristo. E oggi il giudaismo continua a congiurare (nel segreto, con giuramento) contro la Chiesa e gli Stati cristiani per distruggerli, creando a tale scopo anche delle società segrete 19, che «macchinano» contro di essi 20.

 

«L'accordo segreto, diretto al rovesciamento improvviso e violento dell'organizzazione politica dominante» (Zingarelli), non è quindi un'invenzione dell'antisemitismo razziale e biologico, ma si trova già nel cuore del Vangelo, il quale ci racconta la vita di Gesù e il complotto del giudaismo talmudico contro di Lui, che si risolse nella Sua crocifissione. Il cristiano che vuol restare tale non può prescindere dal prendere atto dell'esistenza di un complotto di forze occulte (la giudeomassoneria), che nel segreto cerca di abbattere «il Trono e l'Altare», e non può astenersi dal lottare con tutte le sue forze contro tale complotto, se non vuol vedere Gesù Cristo crocifisso una seconda volta nel Suo Corpo Mistico.

 

Antisemitismo e morale cattolica

 

Scrive Mons. Antonino Romeo (1902-1979), uno degli grandi esegeti biblici del Novecento:

 

«L'antisemitismo in quanto implica odio e fomenta [...] la violenza, è contrario alla morale cristiana, e comporta gravi pericoli per la fede (...disprezzo dell'Antico Testamento) [...]. La Chiesa condanna perciò l'odio che è chiamato volgarmente "antisemitismo" (Decreto del Sant'Uffizio, del 25 marzo 1928)» 21.

 

mons. antonino romeo

Sopra: Mons. Antonino Romeo.

 

Tuttavia, come ricorda La Civiltà Cattolica, «la giustizia e la carità non escludono la prudente e moderata difesa» 22. Scrive ancora Mons. Romeo:

 

«Non è antisemitismo parlare dei difetti o dei pericoli del giudaismo [...]. Chi ritiene che gli ebrei sono a capo della Massoneria [...] e del bolscevismo [...] non può però - senza grave ingiustizia - accusare tutti [...]. Il cattolico non può, per questioni di sangue o di razza, schivare gli ebrei rigenerati rigenerati dal Battesimo, ma li deve trattare fraternamente e abbracciare [...]. Solo su queste basi, escludendo ogni odio per le persone, è lecito un antigiudaismo nel campo delle idee, volto alla vigile tutela del patrimonio religioso-morale e sociale della Cristianità» 23.

 

propaganda nazista

Sopra: propaganda nazista che accusa l'ebreo

di essere il responsabile dello scoppio della guerra.

Ecco dove conduce l'odio razziale gratuito

di chi si è allontanato dal cristianesimo.

 

Che fare?

 

Il mondo ha imboccato, con l'Umanesimo neo-pagano del XV secolo, la strada larga che porta alla giudaizzazione, la quale è direttamente proporzionata alla scristianizzazione. L'unica via per giungere al porto è lasciare la strada sbagliata per riprendere quella giusta, come quando, facendo un'escursione in montagna ci accorgiamo che il sentiero che abbiamo percorso con grande fatica ci porta ad un precipizio, l'unica alternativa al salto nel vuoto è tornare indietro, per riandare avanti nel senso giusto. Scriveva la prestigiosa rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica:

 

la civiltà cattolica«Se non si rimettono gli ebrei al posto loro con leggi umane e cristiane sì, ma di eccezione, che tolgano loro l'uguaglianza civile, a cui non hanno diritto [...] non si farà nulla o si farà ben poco. Data la [...] loro natura di stranieri in ogni Paese, di nemici della gente di ogni Paese che li sopporta, e di società separata sempre dalle società con le quali convivono: data la morale del Talmud che seguono, e dato il dogma fondamentale della loro religione che li sprona ad impadronirsi, con qualsiasi mezzo, del bene di tutti i popoli [...]: dato che l'esperienza [...] dimostra, che la parità dei diritti con i cristiani [...] ha per effetto o l'oppressione dei cristiani [...] o l'eccidio degli ebrei da parte dei cristiani, ne scende di conseguenza, che il solo modo di accordare il soggiorno degli ebrei col diritto dei cristiani, è quello di regolarlo con leggi tali, che al tempo stesso impediscano agli ebrei di offendere il bene dei cristiani, e ai cristiani quello degli ebrei» 24.

 

Il cattolico deve desiderare con tutto il cuore che gli ebrei si convertano e vivano; pertanto, voler liquidare il problema ebraico mediante l'odio gratuito è un disegno criminale e pazzesco. Il cattolico inoltre non può restare indifferente o ignorare che l'ebraismo attuale si trova in uno stato di riprovazione da parte di Dio e quindi deve sforzarsi, con carità unita alla prudenza («semplici come colombe, prudenti come serpenti») di aiutare gli ebrei ad uscire dal loro stato di orgoglioso accecamento, che impedisce loro di riconoscere il Messia già venuto e ne fa sognare uno che dovrà dare loro il dominio sul mondo intero. «Jerusalem Jerusalem, convertere ad Dominum Deum tuum»!

 

madonna del miracolo

Sopra: la Vergine Maria appare all'ebreo Alphonse Ratisbonne il 20 gennaio del 1842

nella chiesa romana di Sant'Andrea delle Fratte..

Il Ratisbonne si convertì all'istante e nel 1848 divenne sacerdote.

Nel 1874, egli fondò la congregazione di Nostra Signora di Sion,

un istituto religioso destinato alla conversione degli ebrei.

 


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Note

 

1 Articolo estratto dalla rivista Sodalitium, Anno IX, nº 3, ottobre-novembre 1993.

2 Cfr. B. Lazare, L'Antisemitisme, Documents et Témoignages, Vienna 1969, pag. 11.

3 Ibid., pag. 11.

4 Ibid.

5 Ibid., pag. 12.

6 Ibid., pag. 13.

7 Vedi Sodalitium, nº 32 pag. 33.

8 Cfr. B. Lazare, op. cit., pag. 14.

9 Ibid., pag. 17.

10 Ibid., pag. 22. Anche La Civiltà Cattolica (contemporanea a Lazare) è dello stesso parere, infatti scrive: «L'antica e la moderna Sinagoga [...] sono tra loro non solo diverse, ma opposte [...]. Se (...) gli ebrei presenti seguono [...] la Legge mosaica [...] non si può [...] trovare ragione sufficiente [...] di questa [...] sempre profonda antipatia tra l'ebreo e il non ebreo, specialmente se cristiano [...]. Nessuna religione né setta si troverà come la presente ebraica [...] in un [...] sempre rinascente urto con tutto il genere umano. Donde si deve ricavare che [...] l'antigiudaismo sia da attribuire ad una ragione essenziale, generale e universale, operante in tutti i tempi, luoghi e individui. Ora questa ragione la si troverà in quella [...] contraddizione che [...] corre tra l'antica, santa e divinamente rivelata e assistita Sinagoga mosaica e la moderna empia e satanicamente inventata e ispirata Sinagoga rabbinica. La quale contraddizione versa [...] sopra i punti non soltanto della fede, ma della morale, e non solo della morale [...] cristiana, ma anche della naturale. Facilmente si intende come ad una tale contraddizione [...] tra la morale ebraica e quella del resto del mondo, debba necessariamente sempre e dappertutto seguire quall'altra contraddizione [...] che si chiama antigiudaismo [...]. Il giudaismo presente è contrario alla Legge di Mosè e dei Profeti. Perciò, l'ebreo presente (se osservante della sua Legge) è un nemico naturale, necessario e cordiale del genere non umano non ebraico [...]. Ne perciò meraviglia che vicendevolmente il genere umano lo stia sempre pagando di ugual moneta» (cfr. La Civiltà Cattolica, Serie XII, vol. VI, fasc. 814, 10 maggio 1884, pagg. 479, 480).

11 Cfr. B. Lazare, op. cit., pag. 59.

12 Ibid., pag. 62.

13 Ibid., pag. 64. La Stampa, del 21 novembre 1992, a pag. 21, riportò che nel 1960 l’ex capo della RAI, Ettore Bernabei, trovandosi in casa di Fanfani, denunciò questo tentativo degli ebrei di occupare tutti i posti chiave del mondo economico e dei mass media, esclamando: «Ecco la lungimiranza di Pittaluga e dei loro amici della comunità israelitica di Torino, che nel 1924 fondarono la prima stazione radiofonica in Italia. Ecco l'intelligenza con la quale in molti Paesi del mondo gli israeliti si sono impossessati dei mezzi di comunicazione radiotelevisiva, controllando già l'editoria di molti giornali quotidiani e periodici [...]. Nel corso di questi decenni la leadership del capitalismo statunitense è passata lentamente dai protestanti ad un capitalismo misto, protestanti ed ebrei, in particolare a quelli che controllavano le grandi banche della costa atlantica. Infine, dopo l'ultima guerra, in questi anni di guerra fredda, si sono imposti di fatto gli ebrei del Pacifico, che avevano interessi nel petrolio, e poi si sono impossessati dell'industria spaziale e sempre e soprattutto dei mezzi di comunicazione [...]. Dietro le grandi compagnie c'è la grande finanza ebraica».

14 Cfr. B. Lazare, op. cit., pag. 66.

15 Ibid., pag. 70.

16 Ibid., pag. 73, 84. Vedi anche S. Nitoglia, L'islam, anatomia di una setta, Ed. Fiducia, Roma 1993.

17 Cfr. B. Lazare, op. cit., pag. 102.

18 Cfr. Y. Chevalier, L'antisemitismo, Istituto Propaganda Libraria, Milano 1991, pag. 220. Vedi anche J. Barromi, L'antisemitismo moderno, Marietti, Genova 1988; C. Mannucci, L'odio antico, Mondadori, Milano 1993; H. Küng, Ebraismo, Rizzoli, Milano 1991. J. Isaac, Genèse de l'antisémitisme, Calmann-Lévy, Parigi 1956; J. Isaac, L'antisemitisme a-t-il des racines chrétiennes?, Fasquelle, Parigi 1960.

19 Cfr. Sodalitium, nº 34, pag. 18.

20 Vedi il Codice di Diritto Canonico (del 1917), can. § 2335.

21 Cfr. Mons. A. Romeo, voce «Antisemitismo», in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano 1949, vol. I, col. 1502.

22 Cfr. La Civiltà Cattolica, 1945, II, pag. 274.

23 Cfr. Mons. A. Romeo, voce «Antisemitismo», in Enciclopedia Cattolica, coll. 1502, 1503.

24 Cfr. La Civiltà Cattolica, 1890, serie XIV, vol. VIII; cit. in R. Piperno, L'antisemitismo moderno, Cappelli, Rocca San Casciano 1964, pagg. 139, 140.

 

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