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Martiri di Mashhad
di Carlo Terracciano



Riproponiamo per i visitatori del sito, un articolo apparso sul numero di "Orion" del luglio 1994 a seguito dell'attentato terroristico che colpì il 20 giugno di quell'anno il mausoleo dell'Imam Musa al-Rida (as) nella città di Mashhad, in Iran. E dietro questo e le altre decine e decine di attentati che dalla nascita della Repubblica Islamica insanguinano l'Iran, non è difficile intravedere la regia sionista. Che Allah accolga presso di Sé questi Nobili Martiri e punisca i loro ignobili assassini!

Hosseyn M.



"Osservate il triste anniversario dell'Ashura e non trascurate mai di osservarlo, considerate le catastrofi che hanno colpito la religione islamica dal primo giorno ad oggi come una nuova Ashura, il suo anniversario osservate costantemente"

Ayatollah Khomeyni
("Il governo islamico")



Mashhad, o per meglio dire col suo nome completo: Mashhad-è Moghaddas (Mashhad la Sacra), significa alla lettera "luogo del martirio", oltre che "luogo ove è sepolto un Martire". 

L'antica Sanabad è oggi la seconda città dell'Iran, una città formatasi tutta intorno all'Haram-è-Motahhar-è Imam Reza, cioè il mausoleo ove riposa l'Imam Alì Ibn Musa ar-Rida, l'ottavo Imam, successore del Nobile Profeta. 

E' una delle meraviglie del mondo islamico, meta ogni anno di milioni e milioni di pellegrini in visita alla tomba dell'unico Imam attualmente sepolto in terra persiana, il quale fu martirizzato col veleno nel 203 dell'Egira. 

E' in questo luogo sacro agli Sciiti che il vile attentato terroristico ha massacrato decine e decine di fedeli, in particolare donne e bambini, con una bomba ad alto potenziale. E ciò è avvenuto proprio nel periodo di massimo affollamento per la ricorrenza di Ashura, la commemorazione del martirio dell'Imam Husseyn a Karbala. Un attentato mirato, sia per la sacralità del luogo che per quella della ricorrenza. Per non parlare dell'altra, del 1981, che esattamente tredici anni or sono decapitò la dirigenza religiosa e politica della neonata Repubblica Islamica dell'Iran con una strage che costò la cita a 78 esponenti del Partito della Repubblica Islamica, tra cui il Presidente, dieci ministri e 27 parlamentari. 

Pochi mesi dopo la via del sanguinario martirio fu segnata dal sangue del Capo dello Stato Rajai e dal Primo Ministro Bahonar, mentre infuriava la guerra imposta dall'Iraq, conclusasi con oltre un milione di morti. 

Poco importa, al momento, sapere se gli autori materiali del massacro sacrilego siano da ricercarsi nel movimento sedicente dei mujaheddin (i "munafikin", gli "ipocriti") con base nell'Iraq di Saddam e gli appoggi in Occidente, o tra il Jamat Islami Iran (associazione islamica dell'Iran) che di islamico ha ben poco e di iraniano niente, essendo lo strumento del waabismo saudita. 

E' oltre ogni evidenza infatti che dietro l'una o l'altra sigla, agisce il "grande Satana", l'imperialismo americano-sionista che tira le file dei complotti e semina il mondo di bombe, usando indiscriminatamente di quel terrorismo che poi americani e sionisti amano accusare proprio i governi che non si piegano al loro dominio: Iran in primis. 

La stampa occidentale ha dedicato, ovviamente, ben poco spazio al gravissimo avvenimento. Quella italiana poi, come sempre, si è distinta per ignoranza (specie il Tg2), ipocrisia e vera e propria infamia; fino a scrivere che il sangue di Mashhad rientrava in un "regolamento di conti tra le due anime della teocrazia fondata da Khomeyni (sic!), che non riesce a tutt'oggi a darsi una nuova identità statuale e politica credibile sulla scena internazionale" ("La Repubblica, 21 giugno 1994). 

L'autore di simile immondo articolo è Magdi Allam, un nome da…non dimenticare! 

Per tornare a Mashhad, ricorderemo anche l'importanza di questa città distante 890 km da Teheran e situata in posizione strategica all'incrocio tra Iran, Afghanistan e Turkmenistan, tra l'altipiano iranico, montagne da cui inizia il subcontinente indiano, e centro-Asia turanico, ex-sovietico. 

Mashhad è anche il capoluogo dell'immensa provincia del Khorasan, che con i suoi 313.340 kmq è quasi grande quanto l'Italia. Ma oltre al suo valore geopolitico strategico, essa è strettamente interconnessa all'Islam Sciita e non, all'attesa messianica della manifestazione dell'Imam al-Mahdi, l'"Ultimo Segno di Dio", il "Sigillo della Walayat", come Muhammad lo è per la Profezia, per tutti i Musulmani. E' lui l'ultimo dei "Quattordici Infallibili" (Ma'sum). E' l'Imam del Tempo che, non morto ma "in occultazione" (Ghaybah), tornerà alla fine dei tempi per il riscatto degli oppressi, la liberazione dei "diseredati della terra", la redenzione del mondo. 

"Quando si leveranno le nere bandiere del Khorasan…" 

E non è certo un caso che a Lui e alla sua manifestazione si leghi strettamente la profezia di un "hadith", fatto risalire al Profeta stesso e attribuito proprio a quell'ottavo Imam la cui tomba è stata devastata ma anche benedetta dal sangue dei nuovi martiri di Ashura. 

La bomba di Mashhad ha colpito al cuore il Centro Spirituale dell'Iran, e commosso tutti gli amici sinceri del popolo e del governo iraniano. Ha colpito nel punto più sensibile della geografia sacra e nell'ora più intensa della commemorazione dei Martiri di Karbala, punto focale della ritualità dei seguaci del Puro Islam. 

Ma il popolo iraniano e la Guida della Rivoluzione Islamica in Iran, Seyed Ali Khamenei, hanno sempre dato prova di saper reagire ad ogni aggressione interna ed esterna. 

Chi potrebbe mai piegare con simili metodi, o anche solo intimorire, Credenti che considerano, giustamente, il Martirio per la Fede la massima aspirazione dell'esistenza, punto culminante di una comunione mistica con i propri Imam, tutti martirizzati, escluso appunto l'ultimo? 

Certo a nessun uomo è dato di conoscere, secondo l'Islam, il giorno del "ritorno della manifestazione, di Muhammad al-Mahdi; ma è altrettanto certo che, nel mondo contemporaneo, sempre più si stanno intensificando i segni di un Avvento e di una Parusia nella Fine del Ciclo. 

Un ritorno alle origini pre-visto e, quindi, atteso, agognato dai Sapienti, Puri di Cuore di tutte le Tradizioni, in ogni tempo e dimensione. 

Il sangue versato sulla tomba di Mashhad non è certo "casuale", e non solo nel senso di un obiettivo mirato; soprattutto non è stato sparso invano. 

Il fragore dell'esplosione nel Khorasan assomiglia al primo, lontano brontolio di tuono che annuncia un prossimo, devastante uragano; come un diluvio esso inonderà e purificherà la terra, per la quale il Mahdi sarà un novello Noè. 

L'empia mano, omicida e sacrilega, che ha posto la bomba, ha innestato forse una reazione a catena dai risvolti ancora imprevedibili, ma certo alfine nefasti per esecutori e soprattutto mandanti, siano essi a Tel Aviv o a Washington, a Riad o a Baghdad, o ovunque nel mondo. 

La Repubblica Islamica dell'Iran è paziente ed opera per la Pace, ma i suoi dirigenti hanno buona memoria: nulla sarà dimenticato, mai! 

"La Guerra Santa è una delle Porte del Paradiso, che Dio ha aperto ai suoi Fedeli. Essa è l'Armatura di Dio e il Suo scudo… 

"Il Paradiso sta sulla punta delle vostre spade" 

(dal Nahjul Balagha dell'Imam Ali)


 

 

"Israele come stato ebraico costituisce un pericolo non solo per se stesso e per i suoi abitanti, ma per tutti gli ebrei e per tutti gli altri popoli e stati del Medio Oriente e anche altrove."

- Prof. Israel Shahak, ebreo israeliano e direttore della lega israeliana per i diritti umani e civili


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