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EBRAISMO E MASSONERIA


Da IL GOVERNO MONDIALE EBRAICO
di
Dagoberto Huseyn Bellucci
(Capitolo 9)




E’ assolutamente fuori discussione che la Massoneria costituisca nelle società attuali il principale sostegno alle strategie sioniste di dominio universale. L’organizzazione, i rituali e le stesse finalità della Massoneria sono difatti un’emanazione e il prodotto meglio riuscito del Sionismo internazionale di conquistare alla propria causa un più vasto numero di adepti. E’ comunque utile sottolineare sin dall’inizio che, nel corso della storia, sono esistite almeno due massonerie: la prima chiamata operativa, la seconda detta speculativa. Quando noi cerchiamo elementi di emanazione sionista nella Massoneria stiamo parlando della seconda, difatti la prima, quella operativa, non ha niente a che vedere con l’attuale cospirazione politico-economica attuata dai sionisti. La Massoneria operativa scomparve nel corso del XVII° secolo e venne sostituita dalla Massoneria speculativa. L’originaria massoneria operativa era una fra le molte corporative esistenti nel periodo medievale e funzionali al sistema economico feudale dell’epoca. In quel periodo i massoni erano suddivisi in tre categorie: l’apprendista, l’ufficiale e il maestro. Il grado di maestro veniva ottenuto solamente al termine di una cerimonia nella quale la corporazione riconosceva all’ufficiale di aver realizzato un’opera maestra. La massoneria operativa era – nel quadro delle corporazioni – la categoria dei costruttori, la stessa parola ‘massone’ sia nell’inglese che nel francese significa muratore. L’origine di questa corporazione risaliva ai tempi antichi, all’epoca dei collegi dei costruttori romani e non aveva assolutamente alcun fine cospirativo o sovversivo dell’ordinamento feudale.

All’interno della corporazione dei muratori, dei massoni ‘operativi’, doveva esistere certamente una tradizione esoterica, riferibile non solo all’occultamento di quelli che dovevano essere i segreti dell’arte muratoria, ma probabilmente anche a quella che doveva necessariamente essere una sapienza ed una ritualità di tipo superiore. Alcuni autori fra i quali il noto tradizionalista francese Renè Guenon si è spinto a parlare di autentico ‘esoterismo cristiano’ a proposito della Massoneria operativa, in riferimento anche alle opere d’arte, all’architettonica misterica delle cattedrali che in tutta Europa questi sapienti artisti innalzavano in nome di Cristo. I maestri massoni del resto erano addentrati anche a quelle arti tradizionali quali l’alchimia, l’astrologia, la geometria e la matematica, importate in Europa dagli arabi mussulmani e necessarie per l’orientamento delle piante a croce di molte cattedrali oltre a motivi puramente occulti. Autori di assoluta conoscenza esoterica e tradizionali hanno riconosciuto l’essenziale differenza fra la Massoneria operativa medievale e la successiva Massoneria speculativa: Julius Evola e Renè Guenon hanno sicuramente smascherato in molte loro opere e scritti il ruolo e la funzione della prima in netta contrapposizione alla seconda. In effetti il simbolismo della Massoneria operativa poneva in relazione fra loro le operazioni di costruzione con il processo d’innalzamento e di rigenerazione spirituale del costruttore. Questa ‘via iniziatica’ era definita ‘Opus’ sia per i massoni che per gli alchimisti, le cui relazioni furono senza dubbio opiù profonde di quanto non si creda. Da ciò comunque si evince che la Massoneria operativa medievale non venne mai influenzata da alcun esoterismo ebraico anche perché i massoni cristiani europei non ammettevano nelle loro confraternite membri di razza ebraica. Nella Massoneria speculativa moderna al contrario l’influenza ebraica divenne dominante soprattutto a seguito di alcuni avvenimenti storici quali la Rivoluzione Francese, la Rivoluzione Industriale e l’affermazione della classe borghese quale classe dominante. In effetti la nascita della Massoneria speculativa avvenne a seguito di un processo di degenerazione interno alle vecchie confraternite ‘operative’, nelle quali vennero ammessi nuovi adepti chiamati inizialmente “accepted mason’s” (Massoni accettati). Tra il 1640 eil 1660 avvenne la definitiva scomparsa della tradizionale corporazione muratoria, mentre si affermava una nuova organizzazione occulta, segreta, i cui fini e obbiettivi erano esclusivamente politici ed economici, assolutamente estranei all’arte muratoria.

Ad aprire la strada alla Massoneria speculativa sarebbe stata un’organizzazione altrettanto insidiosa e misteriosa che apparve verso la metà del XVII° secolo chiamata ‘Fama Fraeternitas RosaCroce’. L’ordine dei RosaCroce ha attirato l’attenzione di innumerevoli autori, soprattutto per la sua inusuale apparizione e per la sua altrettanto repentina scomparsa, ma pochi si sono soffermati sulla sua palese derivazione giudaico-kabalistica. Il primo versetto dello ‘Zohar’, il testo più importante della kabala ebraica, dice: ‘Che cosa designa la parola Rosa? Essa designa la comunità d’Israele’. L’emblema dei RosaCroce, dove una rosa si incrocia ad una croce sovrapponendosi ad essa, rappresenta nient’altro che l’inconfessato desiderio d’Israele di dominare i regni cristiani europei.

Non è un caso che, nell’emblema dell’ordine, appaia anche la massima cristiana INRI la quale però, in questo caso, non dev’essere intesa come ‘Iesus Nazarenus Rex Iudeorum’ bensì nel suo significato autentico di ‘IGNE NATURA RENOVATUR INTEGRA’ sostanzialmente collegato ai rituali massonici moderni e ad una visione panteistica dell’universalismo e del cosmo. La società dei RosaCroce apparve nell’anno 1614 attraverso la pubblicazione di un volume noto con il titolo di ‘Fama Fraternitas’ ma in realtà intitolato ‘Comune e Riforma Generale del Mondo secondo la Fama Fraternitas del Venerabile Ordine dei RosaCroce’ sottotitolata ‘Messaggio indirizzato a tutti i Re e i Saggi d’Europa’. In questo volume, suddiviso in due parti, si parla di una riunione presenziata dal Dio Apollo e – nella seconda parte – del ruolo della stessa Fama Fraternitas di asse di rinnovamento spirituale e di rinascita per l’intero pianeta. Il presunto fondatore dell’ordine rosacrociano sarebbe stato un certo Christian Rosencreutz, presentato ai neofiti e agli adepti quale prototipo di uomo perfetto. In realtà sulla leggendaria figura del misterioso Rosenkreutz circoleranno molte voci, ma nei fatti trattasi probabilmente di un personaggio inventato di sana pianta. Il suo appello ai potenti d’Europa non venne mai preso sul serio e cadde nel vuoto, in un’epoca nella quale altre leggende e miti riaffioravano nell’immaginario collettivo europeo (si pensi alla figura del prete Gianni, sovrano e sacerdote di un improbabile regno cristiano d’Oriente e delle molte voci diffuse sul suo conto da mercanti e navigatori). Sull’ordine della ‘fama Fraternitas’, soprattutto dopo la pubblicazione di una seconda opera ‘Confessio Fraternitas’ apparsa nel 1615, si diffusero una serie infinita di storie, notizie, aneddoti i più inventati dall’immaginario collettivo. Il suo fondatore, avvolto nel mistero che circondava la Confraternita stessa, venne lodato e reso celebre soprattutto attraverso una storia fantastica che parlava di lui come di un cavaliere di nobili origini di razza tedesca, il quale durante il pellegrinaggio in Terrasanta sarebbe venuto in contatto con una setta iniziatica e misteriosa denominata ‘dei savi di Damkar’.

Secondo il racconto che venne fatto circolare in molte città europee il nobile Rosenkreutz avrebbe poi trasmesso a sette giovani selezionati fra l’aristocrazia dell’epoca le conoscenze esoteriche acquisite, ritirandosi a vivere da eremita in una grotta dove sarebbe morto all’età venerabile di 106 anni nel 1484. Nel 1618 uno scrittore cattolico che si firmava con lo pseudonimo di Christophorus Nigrinus et Theologos (forse un gesuita) pubblicò un libro dal titolo ‘Sphinx Rosea’ per denunciare come dietro la misteriosa confraternità si celassero in realtà gruppuscoli protestanti il cui obbiettivo era la scristianizzazione dell’Europa. Non và dimenticato che si parla di un periodo caratterizzato dalle Guerre di Religione e segnato da una innumerevole serie di visioni apocalittiche. Oltretutto l’autore, cattolico, utilizza la polemica anti-rosacrociana in funzione essenzialmente anti-protestante, prendendo quale spunto per la sua tesi la similitudine fra il simbolo dell’organizzazione e quello dello stemma di Martin Lutero. In realtà la critica aperta ai Rosacroce sin dalla loro apparizione dimostra casomai la precarietà del disegno politico che questa organizzazione intendeva portare a compimento, l’instabilità del terreno socio-politico e l’impraticabilità dell’attuazione – nel XVII° secolo – di una cospirazione occulta. Certamente non è casuale che di ‘savi’ si ritornerà a parlare qualche secolo più tardi e precisamentea proposito di quelli ‘anziani’ di Sion, per quello che si sarebbe rivelato – alla luce dei fatti – il complotto organico compiuto in maniera scientifica e programmatica dal Gran Sinedrio Ebraico Mondiale. Per quanto riguarda Rosenkreutz dobbiamo rilevare come debba – la sua apparizione – essere riferibile soprattutto sul piano simbolico, rappresentante del Kahal ebraico posto in Germania sottomesso al Gran Kahal di Gerusalemme, del quale diviene emissario e messaggero di un piano di sovvertimento anti-cattolico plasmato all’interno della più vasta e generale Riforma Protestante.

All’interno dell’organizzazione dei RosaCroce si muovevano in quel periodo una serie di personaggi discutibili e affatto sconosciuti. A detta di alcuni autori sarebbero stati riconosciuti come RosaCroce alcuni ebrei tedeschi fra i quali Tobias Adami e Abraham Holzel, responsabili peraltro della ‘conversione’ rosacrociana del noto frate Tommaso Campanella. Inutile rilevare, in questa sede, i numerosi passaggi pseudo-teologici estratti direttamente dal talmudismo dalla setta rosacrociana: ‘Noi abbiamo una scrittura magica – scrivono nei loro libri – riproduzione esatta della Lingua Divina, così come Lui lo ha trascritto di Sua Volontà. La nostra è la lingua di Adam ed Henoc, e anche se comprendiamo i misteri e possiamo svilupparne il senso è impossibile ottenere lo stesso scopo nel latino, volgare idioma contaminato dalla Babele delle razze. La nostra filosofia è quella di Adamo, Noè e Mosè, la stessa posta in opera da Salomone’. Approfittando del prestigio che ancora godeva in tutta Europa l’alchimia, i rosacroce pretesero di essere a conoscenza del segreto della pietra filosofale. Un’operazione di diversione che servirà alla Fama Fraternitas di coagulare attorno a sé numerosi avventurieri, nobili e affaristi cristiani attratti da questa prospettiva economica. Del resto come riconobbe anche il massone e giudaizzante esoteriste Eliphas Levi nella sua ‘Storia della Magia’ l’idea dei compilatori della Kabala ebraica era quella di ‘impadronirsi abilmente del potere’. La menzogna divenne un’arte, l’inganno il modus operandi, l’intrigo e la delazione due strumenti di scalata ai vertici del potere, i soldi soprattutto la migliore garanzia di successo per quella che possiamo chiamare la plutocrazia sionista ante-litteram.

La setta RosaCroce scomparve comunque rifluendo nel magma delle varie eresie protestanti, mentre in tutta l’Europa del Nord il vento della Riforma conquistava posizioni di rilievo arrivando a controllare l’intera Gran Bretagna dove al seguito di Cromwell arrivarono turbe di ebrei soprattutto provenienti dalla influente comunità olandese residente a Amsterdam. ‘Curiosamente’ con il trasferimento del Gran Kahal oltre la Manica incominciò anche il declino della potenza navale olandese mentre, di lì a pochi anni sarebbe emersa con tutta la sua potenza la Gran Bretagna calvinista e giudaizzante quale novella Israele. Londra sarebbe diventata l’assoluta potenza dei mercati economici e l’alfiere di un capitalismo finanziario ancora in stato embrionale. La storia della Massoneria da questo momento si incrocerà inevitabilmente proprio con le conquiste protestanti e l’assoluta libertà concessa alle comunità ebraiche, simbiosi necessaria per strutturare attorno ad un’unica strategia operativa l’attacco frontale contro la Cristianità. L’anno 1717 vide la fondazione in Gran Bretagna della Gran Loggia d’Inghilterra, l’atto costitutivo, l’ufficializzazione pro-forma, della Moderna Massoneria speculativa. La nuova Massoneria si sviluppò in maniera sorprendente attirando fra i suoi ranghi molti rappresentanti dell’aristocrazia fra i quali: John Montagù (Gran Maestro nel 1721) Philippe Wharton l’anno successivo, il Duca di Dalkeith, quello di Richmond, Lord Colerane, il Visconte di Kensington.

Il Duca di Norfolk e altri ancora. Il ruolo puramente rappresentativo di questi nobili all’interno dell’organizzazione massonica è evidenziato dalla strategia adottata dalla Gran Loggia ‘Madre’ che – di lì a poco – avrebbe aperto le proprie porte a numerosi membri del cattolicesimo così come a protestanti e ebrei. Questi ultimi comunque sarebbero rimasti esclusi per molto tempo dalla Massoneria d’ispirazione tedesca, influenzata direttamente dalla pre-esistente società della Santa Vehme di chiare radici cristiane e di tendenze razziste e anti-ebraiche. Dalla Gran Bretagna comunque la Massoneria iniziò a estendere il suo potere sull’intero continente particolarmente in Francia dove avrebbe svolto un ruolo di primo piano nell’elaborazione ideale della Rivoluzione ‘illuminista’ del 1789. Le trame massoniche non lasciavano dubbi circa l’intenzione che nel vecchio continente si sarebbero sviluppati dei sovvertimenti di tipo socio-politico, così come filosoficoideali dal carattere spiccatamente anti-cristiano.

Per meglio operare sul territorio europeo la Masoneria si scisse dando vita a numerosi ordini autonomi e a distinte obbedienze. A partire dalla seconda metà del XVIII° secolo numerosi furono i casi di scissioni e di costituzione di Logge indipendenti da quella ‘madre’ britannica: nacquero così la Gran Loggia di Francia e quelle di Germania, Spagna e Italia. Nella cittadina di York si arrivò alla scissione interna e alla creazione di un rito massonico distinto, detto appunto ‘di York’, secondo un criterio di più rigorosa selezione e di maggiore ricerca circa i rituali massonici antichi. Nel 1764 il massone irlandese Dermott pubblicò un volume nel quale dimostrerà l’assoluta discendenza del nuovo rito da quello antico di Hiram, l’esistenza di un quarto grado di iniziazione massonica, l’assoluta certezza dell’esistenza di una Sapienza superiore anche alla Kabal ebraica. Si trattava del mito della parola perduta da Hiram, l’architetto del Tempio di Re Salomone, colui il quale viene assunto nell’iconografia massonica come il ‘costruttore per eccellenza’, l’archetipo di ogni massone. La parola perduta da Hiram non poteva non esser nient’alro che la pronuncia corretta del kabalistico ‘Schem ha Meforasch’, il nome Divino composto da quattro lettere o tetragramma ‘JHVH’ utilizzato da Mosè per operare i suoi Miracoli. Da questo volume del Dermott sorsero il quarto grado dell’attuale rito inglese, il quinto di quello francese, il tredicesimo e quattordicesimo di quello scozzese e il 31° di quello di Misraim. Il problema dell’esistenza di riti massonici diversi non inficia affatto l’unità d’intenti della Massoneria, anzi.

L’esistenza di Grandi Orienti distinti (come nel caso italiano) ha – nel corso di questi secoli – rinsaldato il vincolo di fedeltà e affilato la strategia di conquista massonica delle società cristiane, attraverso programmi di laicizzazione e di ateismo, di sincretismo e di violenta polemica anti-cattolica. Nel 1813 avverrà l’unificazione di molti massoni di rito ‘antico’ nella Gran Loggia Unita d’Inghilterra, così da ottenere un unitaria struttura destinata ad esportare il proprio modello in diverse nazioni, soprattutto in quelle legate alla Corona: Canada, Giamaica, Gibilterra, Malta, Giordania, India, Australia e Nuova Zelanda. Per avere una idea chiara del ruolo, dell’influenza e del dominio che la Massoneria raggiunse in Gran Bretagna ricordiamo come Gran Maestro dell’Ordine divenne nell’anno 1900 il futuro re Edoardo VII°. Dalla centrale Gran Loggia dipendeva nella sola Londra ben 373 Logge minori dette di ‘S.Giovanni’ le quali spesso verranno identificate come ‘Logge Azzurre’ o ‘simboliche’.

Le logge di questo genere sono quelle nelle quali si ritrovano solamente i primi tre gradi massonici, e quindi possiamo definirle ‘periferiche’ rispetto al centro. In tutta la Gran Bretagna – in quel periodo – esistevano 2045 Logge ‘azzurre’, con almeno 200.000 adepti, accanto alle quali operavano anche i massoni della Gran Loggia di Scozia. Tra il 1900 e il 1927 vennero create nella sola Londra un qualcosa come altre 300 nuove Logge. Oltre a queste esistevano le Logge che seguivano il rito detto di ‘York’, proveniente – si diceva – dall’antica fratellanza della cittadina omonima. La differenza sostanziale fra i due riti è rintracciabile essenzialmente nell’importanza che assume in quest’ultimo l’insegnamento kabalistico, così – nel rito di York – avremo i seguenti gradi d’iniziazione: Apprendista, Compagno, 3° Maestro (identici al rito inglese) Maestro Esaminato, Maestro del Primato, Maestro Eccellente e per finire il più alto che è il chiamato del Gran Maestro dell’Arco Reale. Nel rito di York delle Logge statunitensi vennero inoltre aggiunti altri due gradi iniziatici (ricordiamo che negli Stati Uniti il rito di York è maggioritario rispetto a quello inglese) l’ di Maestro Reale e il di Maestro Scelto.

La Massoneria americana di rito di York si installò a Filadelfia sin dalla metà del XVIII° secolo lavorando di concerto alle istanze indipendentiste dei nazionalisti americani. Analogamente i massoni sarebbero stati all’origine dei riusciti tentativi di destabilizzazione del Messico, alla successiva crisi interna in quel paese e alla sua progressiva scristianizzazione. Unitamente ai riti inglese e di York nell’America settentrionale prese a diffondersi il rito scozzese, il quale venne riorganizzato rispetto all’originario sistema d’iniziazione partorito in Francia dalla metà del XVIII° secolo. Negli Stati Uniti il rito massonico scozzese è attualmente il più influente, oltre ad esser quello che – forse più degli altri – ha assimilato elementi kabalistici al suo interno. Suoi gradi iniziatici vennero riordinato nel 1801 da alcuni fratelli di razza ebraica: Esteban Morin, Isaac Da Costa, Isaac Long, Manuel de La Motta, Abraham Alexander, Moises Cohen.

Il rito scozzese da quel momento si compose di 33 Gradi così suddivisi: Apprendista, Compagno, Maestro, Maestro Segreto, Maestro Perfetto, Segretario Intimo, Giudice, Intendente dell’Edificio o Maestro d’Israele, Maestro Eletto dei Nove, 10° Maestro Eletto dei Quindici, 11° Sublime Cavaliere Eletto, 12° Gran Maestro Architetto, 13° Cavaliere dell’Arco Reale, 14° Grande Croce della Cripta Sacra, 15° Cavaliere d’Oriente o della Spada, 16° Principe di Gerusalemme, 17° Cavaliere d’Oriente e d’Occidente, 18° Sovrano Principe Rosacroce, 19° Gran Pontefice della Gerusalemme Celeste, 20° Venerabile Maestro delle Logge Regolari, 21° Cavaliere Prussiano, 22° Cavaliere Reale o Principe del Libano, 23° Capo del Tabernacolo, 24° Principe del Tabernacolo, 25° Cavaliere del Serpente di Bronzo di Mosè, 26° Principe Trinitario, 27° Sovrano Commendatore del Tempio di Salomone, 28° Cavaliere del Sole, 29° Grande Croce di Sant’Andrea, 30° Cavaliere Kadosh, 31° Grande Ispettore Inquisitore, 32° Sublime Principe del Segreto Reale, 33° Sovrano Grande Ispettore Generale.

Infine per ciò che riguarda la Massoneria francese segnaliamo come questa sia divisa attualmente in tre obbedienze: la Gran Loggia di Francia, il Grande Oriente di Francia e la Gran Loggia Indipendente. A queste devesi aggiungere una sorta di bassa massoneria, conosciuta come Loggia dei Diritti Umani che praticava una variante del rito scozzese. Il rito francese è una versione moderna del Rito Scozzese adottata sembra nell’anno 1776 e fondata su 25 Gradi d’Iniziazione. La storia dell’influenza massonica nelle vicende francesi degli ultimi tre secoli appare una costante così come il suo assoluto predominio della scena politica, sociale, economica,finanziaria. La Francia appare la nazione più giudaizzata d’Europa in virtù proprio dell’enorme lavorio sotterraneo che ha contraddistinto tre secoli di attività massonica. Crediamo inutile in questa sede ripercorrere la storia degli interventi massonici nella vita nazionale francese, anche perché – ‘de facto’ – si tratterebbe di una storia della Francia.

Rimandiamo in proposito a due eloquenti libri editi oltrealpe a firma Dominique Setzepfandt: ‘Paris Maconnique’ e ‘Guide du Paris Esoterique’ entrambe lucide testimonianze dell’evidente architettura massonico-esoterica che la capitale transalpina conserva a memoria della sua Rivoluzione dei Lumi. Ricordiamo solamente per i nostri lettori la piramide eretta in occasione del bicentenario rivoluzionario dal fratello massone Mitterand che sovrasta l’entrata al Museo del Louvre e domina una stella di Davide dove – non raramente – è possibile trovare qualche fedele ebreo intento nelle proprie preghiere. La famosa piramide del Louvre – scrive Carlo Alberto Agnoli – voluta tra mille polemiche dal presidente della repubblica Mitterand e da lui inaugurata nel 1988, in significativa coincidenza con la vigilia del bicentenario della Rivoluzione Francese. Il progetto prevedeva che essa fosse composta di 666 losanghe di vetro, e tale numero fu annunciato alla stampa che lo diffuse tra il pubblico (confronta l’articolo apparso su La Repubblica del 5 marzo 1988 “Mitterand ha benedetto ieri la piramide di vetro del Louvre”). A quanto riferisce la rivista ‘Sous la banniere’ del settembre-ottobre 1992 in realtà sui lati di quel monumento si contano 673 losanghe tra intere e spezzate. Ciò evidentemente per esigenze costruttive. Ma questo numero, 666, che appare 2 volte anche sulla pubblicazione ufficiale di presentazione, costituisce un evidente e intenzionale richiamo alla profezia contenuta nell’Apocalisse di S.Giovanni.

Rimandiamo al prossimo capitolo un’analisi compiuta relativa alla Rivoluzione Francese e ai suoi sviluppi liberali e socialisti del XIX° secolo. La situazione degli altri stati europei non è assolutamente diversa: influenzati dalla Rivoluzione Francese i ceti intellettuali, la classe borghese e quella dei nascenti capitani d’industria sarebbero confluiti direttamente all’interno delle Logge Massoniche che, un pò ovunque, spuntavano come funghi, ad Ovest come ad Est. In Romania la Massoneria si introdusse a metà del XIX° secolo proveniente dalla Francia. La prima loggia venne fondata nel 1859 a Galatzi (Loggia ‘Stella del Danubio’) seguita da quelle di Bucarest nel 1863 (‘Heliopolis’), Braila nel 1865 (‘Faro Ospedaliero’) ancora Galatzi nel 1865 (‘Scuola Pitagorica’), Bucarest nel 1867 (‘Eguaglianza’ e ‘Fraternità di Bucarest’), Pitesti nel 1871 (‘Corona di Michele’), e ancora Bucarest nel 1874 (‘Armonia’). I principali dirigenti di queste confraternite massoniche erano essenzialmente ebrei, fra i quali ricordiamo: Iuliu Schein, Edoardo Ludwig, il dr. Bernarth, Dietz, il dr.Feldescu (Feld), Israel Preziado, Iuiliu Szekulies, Ede Hertz, il dr. Weisz. Ma, considerando il forte antisemitismo nella popolazione rumena dell’epoca (la quale conosceva molto bene l’influenza nefasta della razza ‘deicida’, soprattutto nelle regioni settentrionali dove la popolazione locale, i motzi, vivevano in stato di perenne indigenza ma anche di ostilità verso questa casta di mercanti), molte cariche direttive furono ricoperte da elementi locali. In particolare si cercò di far risaltare il cosmopolitismo e l’universalismo dell’ordine, la tolleranza e il dialogo, promuovendo per esempio elementi di nazionalità magiara o tedesca ai massimi livelli. Nel 1880 venne decisa l’unificazione delle diverse logge rumene che andarono a creare la Gran Loggia Nazionale di Romania di rito francese. Al momento della sua fondazione quest’organismo contava di 26 logge simboliche, varie logge minori dell’Arco Reale, della Rosacroce e un Supremo Consiglio di Grado 33°.

A questa Loggia Nazionale di Romania si andranno successivamente ad unire le logge della Bulgaria e quelle dei residenti rumeni negli Stati Uniti. Le relazioni che la massoneria rumena mantenne con la Massoneria Ebraica del B’nai B’rith furono sempre molto strette. Nel 1922 quando venne inaugurato il nuovo Tempio Massonico presero parte alla cerimonia importanti membri di quest’ordine riservato ai soli ebrei, molti dei quali provenienti dall’America, insieme a una delegazione del Grand’Oriente di Francia. Nell’anno 1930 la Massoneria rumena appoggiò il ritorno di re Carol II°, il quale venne affiancato dalla sua amante ebrea Elena Lupescu responsabile della cospirazione che portò all’assassinio del leader dell’estrema destra legionaria Codreanu. In quel periodo i principali dirigenti massonici erano: l’omosessuale Ion Pangal, il greco Anton Theodoridi, Vasile Roata, Zamfir Arbure, Mihail Naradunghian di origini armene, Ion Peretz, ebreo, il dr.Uliov ebreo, il colonnello Victor Radovici (Radowitz) ebreo, e Paul Bratasanu. Dell’amministrazione dei Gradi Simbolici della Gran Loggia Nazionale (domiciliata in strada Scaun N°29) a Bucarest venne incaricato in questo delicato periodo l’ebreo Ludwig Servatius. Nel 1940 il Maresciallo Antonescu prese il potere destituendo re Carol II° e imponendo uno stato totalitario acclamato dalla popolazione come liberatore. Il re e la sua amante ebrea vennero costretti all’esilio in Francia, così come molti alti membri della Massoneria. La Massoneria venne disciolta e molti fratelli arrestati. A Bucarest venne aperta al pubblico sul modello adottato dai tedeschi in Francia una grande mostra anti-massonica dove vennero esibiti molti documenti che riferivano delle trame delle Logge con la passata amministrazione reale. Nel 1941 vennero arrestati molti appartenenti alla comunità ebraica accusati di attività cospirativa e dichiarata guerra all’URSS. Quando nel 1944 il giovane sovrano Mihail (figlio di Carol) tradì la fiducia di Antonescu, aprendo le porte alla bolscevizzazione del paese, i russi arrivarono fino a Bucarest. La Massoneria riaprì le sue logge all’ombra del potere sovietico. Gran Maestro del nuovo ordine fu eletto Petru Groza sposato ad un’ebrea.

L’affermazione di una dittatura sovietica in Romania avrebbe brevemente riportato il paese sotto le grinfie del Giudaismo: Anna Pauker, Theoari Gheorghescu e Lothar Radaceanu tutti ebrei assunsero la leadership del Partito Comunista rumeno. Ritorneremo, in altra sezione della presente opera, a parlare dell’influenza e delle convergenze fra Ebraismo, Sionismo e Comunismo. Basterà, a fugare ogni dubbio, la dichiarazione del Dr. Antoniu, Maestro dell’Ordine che nel 1948 proclamò essere ‘il regime comunista il mezzo capace di di soddisfare i desideri dell’Umanità’. Sebbene ufficialmente sciolte, per un breve periodo, verso la metà degli anni ’50 le Logge Massoniche continuare a lavorare all’ombra del potere comunista, tanto che il loro Gran Maestro Groza divenne presidente della Repubblica Democratica Popolare di Romania. In Italia la Massoneria è assai più antica e sviluppata di quella rumena, i suoi tentacoli soffocano la vita nazionale sin dalla prima metà del XVIII° secolo. Venne introdotta dalla Gran Bretagna nel 1732 e costituita in Firenze sotto la supervisione del dr. Antonio Cocchi. Ecco come ‘Hiram’ – rivista del Grand’Oriente d’Italia con sede nel Palazzo Giustiniani in Roma – descrive la costituzione della prima loggia massonica italiana:

“I fratelli inglesi e irlandesi che per primi si son occupati della Loggia fiorentina affermarono che non essendo mai stato quel gruppo iscritto sul registro di una qualche Gran Loggia, non era mai esistito perché – secondo loro – una Loggia per essere costituita e funzionante doveva essere patentata da un’autorità centrale o Gran Loggia. Ma essendo poi risultato che a Firenze venne realmente costituita, fu supposto che il Sackville partendo da Dublino, avesse portato con sé un ‘Masonic Warrant’ rilasciatogli dalla Gran Loggia d’Irlanda la quale – dicono – cominciò a rilasciare patenti dal 1733 e fu la prima G.L. a farlo. E’ possibile. Ma che i Liberi Muratori di allora credessero indispensabile possedere un tale documento per riunirsi, per far nuovi fratelli e dar vita a una Loggia, nessuno può ormai sostenerlo seriamente, perché gli studi e le ricerche degli ultimi 70 anni han rivelato che fin dai primi anni di esistenza della nostra Muratoria per tutto il 700 e anche dopo, si compirono tutti gli atti predetti senza chiedere permesso o autorizzazione a Gran Logge o Logge. Sino a prova contraria si deve dunque ammettere che i fratelli inglesi in Firenze non aderirono a nessuna autorità muratoria centrale, la loro loggia non fu iscritta sul registro della G.L. di Londra, né in quello della G.L. d’Irlanda né di altro stato e – per incompatibilità di carattere – non aderì alla G.L. di Francia (la prima sorta sul continente) perché giacobita ed i fratelli inglesi del gruppo fiorentino erano certamente hannoveriani e anti-giacobiti intransigenti. Sotto la data del 22 giugno 1733 il Cocchi annotò di aver restituito la chiave della cassa dei Free Masons avuta in consegna dal ‘Cav.’ Quando questi lo deputò Maestro. Codesta chiave serrava ed apriva la detta cassa allogata in qualche luogo nella casa (albergo di Monsù Pasciò o la pensione del fratello Collins) in cui la Loggia si riuniva. Il fratello Sackville tornò in Irlanda dopo il giugno 1733 ed il suo nome fu citato da un giornale di Dublino tra i presenti ad un’assemblea della G.L. di quel regno del 22 Novembre di detto anno. Il 4 Agosto 1732 quando il dott. Antonio Cocchi fu fatto Muratore erano presenti 9 fratelli, la Loggia da quel giorno contò 12 membri” (1°)

A questa prima loggia avventurosamente creata da elementi britannici in Firenze se ne aggiunsero altre nella stessa città e a Livorno, autentica ‘Sion d’Italia’. La città che più di ogni altre nel nostro paese aveva ospitato e sostenuto l’espansione di una fiorente comunità ebraica sin dalla sua costituzione a metà del XVI° secolo. L’Ordine dei Liberi Muratori Inglesi si costituì dunque soprattutto nel Granducato di Toscana e in particolare laddove l’elemento ebraico aveva maggiormente goduto di privilegi e speciali considerazioni. Basterà qui brevemente ricordare la Legge detta ‘Livornina’ che fece di Livorno, costituitasi in città in epoca rinascimentale, un porto franco dove sbarcarono turbe di ebrei sefarditi provenienti dalla Spagna e dai paesi del Maghreb. Nella città di Napoli si creò una Gran Loggia che avrebbe assunto notevole influenza alla corte borbonica. Fernando IV° emanò un’editto anti-massonico che però venne revocato su pressione di sua moglie Carolina d’Austria quest’ultima in stretto contatto con le Logge assieme a sua sorella Maria Antonietta regina di Francia. La triste fine di quest’ultima, ghigliottinata durante la fase più acuta del cosiddetto Terrore Giacobino, aprì sicuramente gli occhi alla sorella che ruppe definitivamente con i massoni del Regno delle Due Sicilie. Tutta la Massoneria italiana sostenne l’intervento francese quando Napoleone Bonaparte invase la penisola. In quel periodo si diffuse il rito scozzese per l’attività dell’ebreo Marc Bedaridde (della famiglia Ben Darrid proveniente dalla Provenza francese) il quale – dopo aver preso parte alla battaglia di Marengo – venne iniziato massone in una Loggia di Cesena nell’anno 1801. Arrivato al 18° Grado di Sovrano Principe Rosacroce il Bedaridde fu tra i fondatori di una Loggia di rito scozzese a Firenze, la San Napoleon. Dopo aver costituito un Cenacolo Massonico in Pisa, il Bedaridde creò un nuovo rito massonico chiamato di Misraim, che nella lingua ebraica significa ‘degli Egizi’.

Il nuovo rito si componeva di 90 Gradi Massonici dedotti dalla Kabala Ebraica suddivisi in quattro serie. Assieme ai suoi fratelli Jacob e Juseph costituì nel 1815 la prima Loggia di rito egizio in Parigi, chiamata dell’arco di Iris. L’obbiettivo primario dell’ebreo Bedarride era quello di controllare i nuovi affiliati attraverso la costituzione di una Loggia intermedia comunque controllata dalle Logge Madri di Londra e Parigi. Nell’anno 1838 un altro ebreo Jacob Marconis creò un altro rito detto di Memphis il quale procedeva da quello di Misraim e de facto ne riutilizzava simbolismo e gradi iniziatici. Varie volte avvennero unificazioni e scissioni tra i fratelli dei due riti egizi, i quali spesso diedero vita a Gran Logge miste di rito Misraim-Memphis delle quali divenne Gran Maestro il ‘rivoluzionario’ Giuseppe Garibaldi. Anche in questo caso l’influenza ebraica sulle nuove confraternite fu palese e onnipresente. L’apporto ebraico e massonico al cosiddetto risorgimento italiano è considerevole e documentato in innumerevoli volumi. Per maggior correttezza citiamo un’autore ebreo, Eugenio Saraceni, che nella sua ‘Breve Storia degli Ebrei e dell’Antisemitismo’ scrive:

‘Notevole (specie se si tiene conto del loro numero esiguo) fu infatti il contributo degli ebrei italiani al Risorgimento. Mi limito a qualche nome: Daniele Manin, insigne studioso e uomo politico, artefice della resistenza a Venezia nel ’48; Giuseppe Revere, vivace poeta e giornalista, combattente sulle barricate di Milano e sulla laguna veneta; Giuseppe Finzi, eminente mazziniano, anch’egli combattente sulle barricate di Milano e per questo condannato dall’Austria a diciotto anni di fortezza; il medico triestino Giacomo Venezian e il giovanissimo Ciro Finzi, caduti entrambi nella difesa della Repubblica romana; Isacco Artom, validissimo e intimo collaboratore di Cavour; Angelo Usiglio, che lo fu dapprima di Ciro Menotti e più tardi di Mazzini.’(2°)

In un trafiletto apparso su La Repubblica del 20 settembre 1990 (120° anniversario della Breccia di Porta Pia) la Massoneria per dichiarazione del suo Presidente dei Riti e Gran Maestro Giorgio Paternò rivendicò pubblicamente il Risorgimento. ‘La Massoneria italiana che di quel Risorgimento fu artefice prima – scriveva il Paternò – non può non ricordare come un retaggio glorioso ed inalienabile della Patria, dall’apertura di quella breccia di Porta Pia per la quale entravano nell’universalità perenne di Roma, insieme l’Italia e la Libertà dello Spirito’. Non è casuale che un’alto dignitario del Gran Sinedrio, qual’era lord Benjamin Disraeli, poteva osservare tranquillamente nella sua opera ‘Vita di Lord George Bentinek’: ’Se il lettore getta gli occhi sui governi provvisori di Germania, d’Italia e perfino di Francia formati in questo periodo, egli riconoscerà in tutti l’elemento ebraico’.

L’intera epoca cosiddetta risorgimentale, del resto non solo in Italia, è coincidente con l’affermazione dell’elemento ebraico e l’attacco massonico alle istituzioni dei principali stati europei. Nell’anno 1848 che viene ricordato nei nostri libri di scuola esclusivamente per lo scoppio della 1°Guerra d’Indipendenza avviene nell’intera penisola un’avvenimento di portata epocale: in tutti gli stati italiani sono abbattute le misure anti-ebraiche di discriminazione e contenimento e vengono schiusi i Ghetti. Ovunque gli ebrei partecipano attivamente a quel processo di ‘risorgimento’ nazionale adoprandosi nella propaganda anti-asburgica. ‘Un drappello di ebrei torinesi si unì ai volontari delle altre comunità ebraiche e formò la 7° Compagnia Bersaglieri Ebrei. Nel periodo della formazione d’Italia emerse Manin. Suo padre era figlio di genitori ebrei veronesi convertiti: Samuele e Allegra Medina, i quali avevano assunto il cognome di Manin in onore al loro padrino al fonte battesimale. Cavour deve in parte l’’elezione a deputato, nel 1853, al rabbino maggiore Lelio Cantoni che allora godeva di alta autorità negli ambienti politici della capitale.

Fra i parecchi ebrei collaboratori di Cavour, il più in vista fu Isacco Artom, suo segretario particolare divenuto più tardi segretario generale agli Esteri, posto che occupò per diversi anni. Artom fu il primo ebreo entrato in senato. Operarono vicino a Cavour all’Interno molti ebrei: il giornalista Dina, il caricaturista Redenti, nato Nacnami, Giuseppe Finzi, ex mazziniano, D’Ancona, Avigdor e, fuori d’Italia, i banchieri Rothschild e Fould, coi quali ebbe rapporti frequenti. Fra gli artefici del nostro risorgimento, Giuseppe Mazzini è stato il più vicino all’anima ebraica. Così pensa Ercole Specos il quale sostiene che il motto mazziniano ‘Dio e Popolo’ era stato il motto dei profeti d’Israele. Mazzini a Londra ebbe ad un dato momento, come factotum, Luigi Wolff, che passava per tedesco, ma parlava alla perfezione l’inglese, il francese e l’italiano. Più tardi si scoprì che era un Ebreo.

Sempre Mazzini nel 1847 scriveva degli Ebrei: ‘Essi meritano amore, rispetto e stima al pari di qualunque altro’. Anche attorno a Garibaldi gli ebrei non scarseggiarono. Liquidati i sentimentali che avevano rischiato la pelle per fare l’Italia, gli affaristi presero il sopravvento e cominciò la scalata a tutti i poteri da parte di avventurieri senza scrupoli. E’ proprio a quest’epoca che risalgono le baronie e i titoli degli Ebrei Franchetti, Todros, Corinaldi, Montel, Leonino, Levi, Lombroso, Castelnuovo, Vitta seguiti più tardi dagli Ottolenghi, De Veali, Sacerdoti, Weil, Weiss, Padoa, Da Zara ecc. La Massoneria fu la scala usata dagli ebrei per l’arrembaggio al nuovo stato. Costituito il Grande Oriente Italiano nel 1861 fu posto a capo un certo Cordova, al quale successero De Luca, Frapolli, Lemmi, Ferrari, Nathan; il primo segretario del Grand’Oriente fu Davide Levi: una tribù di ebrei e di marrani.’(3°)

Del resto non sarà certo un caso che sia Mazzini che Garibaldi fossero due noti membri della Frammassoneria e che proprio attraverso le interessate manovre della Loggia Madre d’Inghilterra il secondo riuscirà a portare a termine la famosa spedizione dei Mille. ‘Negli intrighi e nelle speculazioni finanziarie che affondano le proprie radici nella spedizione dei Mille – scrive Piero Sella – si distinguono i banchieri israeliti Adami e Lemmi cassieri del mazziniano Partito d’Azione cui Garibaldi aveva aperto le porte del Sud. L’Adami che vettovaglia la spedizione e paga sottobanco con denaro massonico i vapori rubati, Piemonte e Lombardo, ottiene poi dal Garibaldi una concessione per la costruzione delle ferrovie nel Mezzogiorno, concessione per la quale lo stato avrebbe dovuto accollarsi ogni perdita di gestione. Al Lemmi, cognato e collaboratore dell’Adami toccheranno i monopoli dei tabacchi e la carica di Gran Maestro della Massoneria.’(4°)

Nel 1875 la Massoneria celebrò definitivamente la conquista dell’Italia traslando la sua sede nazionale a Roma e fondendosi in un’unica Grande Loggia. La conquista giudaico-massonica della capitale divenne palese quando a sindaco della città che fù dei Cesari, delle Aquile Imperiali e del Vaticano Chiesa di Cristo, salì l’ebreo Ernesto Nathan successivamente, vedremo, impegnato nelle trame che avrebbero portato l’Italia a schierarsi al fianco delle democrazie occidentali franco-britanniche contro gli Imperi Centrali nella 1° Guerra Mondiale. I dirigenti della Massoneria trionfane in Italia erano oltre ai già menzionati Lemmi e Nathan, l’ebreo Gay, il protestante Giorgio Sonnino e l’altro protestante 33° Saverio Fera il quale – nel 1908 – accusò il Grand’Oriente di Palazzo Giustiniani di favorire – a dispetto di un confessato conservatorismo – l’anarchia e la rivoluzione sociale. La fronda interna del Fera porterà alla scissione di un numero considerevole di fratelli che lo seguiranno per dare vita al Grand’Oriente di Piazza del Gesù. A motivo di questa sordida lotta intestina alla Massoneria italiana si deve registrare l’assassinio del Gran Maestro Ballori trovato morto all’interno dello stesso Palazzo Giustiniani nel 1917. Dal ’17 al ’24 divenne Gran Maestro l’ebreo Ernesto Nathan (riprendendo una carica che aveva mantenuto ininterrottamente dal 1896 al 1904) fin quando su ordine del Governo Mussolini la Massoneria venne sciolta e le Logge chiuse. La lotta del Fascismo contro la Massoneria seppur di vecchia data non risolse alla radice il problema massonico italiano. Da un lato perché numerosi fratelli avevano aderito al Fascismo e ne continuavano ad influenzare la politica dall’interno (fra questi Italo Balbo), dall’altro perché la Massoneria si riorganizzò e meditò vendetta ingrossando le fila del fuoriuscitismo anti-fascista all’estero. Avrebbe sferrato il suo colpo di grazia durante la tumultuosa seduta del Gran Consiglio del Fascismo del 25 Luglio 1943.

L’ORDINE DEI ROSACROCE – Un’ordine particolare nella galassia massonica appare quello – di cui abbiamo avuto già occasione di scrivere – dei RosaCroce. La moderna organizzazione rosacrociana anche se firma i suoi documenti come ‘Antica e Mistica Ordine della RosaCroce’ non ha niente a che vedere con l’originaria confraternita del misterioso Rosenkreutz. Quell’organizzazione scomparve nell’anno 1689 con la morte del barone Knorr De Rosenroth mentre il suo ramo britannico sarebbe confluito nella Gran Loggia Madre nel 1717. I oprimi tentativi di resuscitare l’ordine della Rosacroce vennero fatti in Francia a metà del XVIII° secolo da alcuni intellettuali insoddisfatti dell’ambiente razionalista che dominava la Massoneria ufficiale. Si deve all’ebreo portoghese Martinez De Pasqualy l’azione di riscoperta e rinascita dell’Ordine RosaCroce così come strutturato attualmente. Nel 1754 De Pasqualy fondò l’Ordine degli Eletti Cohen. In ebraico la parola Cohen significa Sacerdote, anche se correttamente al plurale questa diviene Cohanim, una parola che – come avremo modo di vedere – incontreremo spesso, in particolar modo in epoche a noi vicinissime. L’ordine prese il nome di ‘martinista’ dal suo fondatore.

Sarebbero stati alcuni fratelli martinisti a lanciare le parole d’ordine rivoluzionarie del 1789: Libertè, Egalitè, Fraternitè. Elaborata attorno ad un testo chiave: il Trattato della Reintegrazione degli Esseri’ scritto dal Pasqualy la dottrina martinista era un miscuglio abbastanza confuso di occultismo, magia, kabala e teurgia collegata alla filosofia platonica e all’esoterismo orientale in ispecie ad alcune chiese gnostiche dei primi secoli dopo Cristo. La diffusione dell’ordine si deve comunque a un adepto del Pasqualy, Louis Claude De Saint Martin 1743-1803. Tratteremo a parte la strana e complessa figura del Saint Martin, il ruolo preponderante da lui svolto in vista di quella Sinarchia Teocratica antesignana delle moderne organizzazioni mondialiste e delle Nazioni Unite. Basterà qui pensare semplicemente che dietro a questa corrente d’idee vennero trascinati personaggi dello spessore di un Johann George Schwarz o di un Joseph De Maistre.

L’attuale Ordine Martinista comunque venne fondato solamente nel 1884 dal marchese Stanislav De Guaita (1861-1897) morto stroncato dalla droga a soli 36 anni e esperto di occultismo. Un ruolo di non secondaria importanza nell’affermazione di un’etat d’esprit occultistico-magico quale quello che visse l’Europa di fine secolo scorso venne svolto da un trio di seguaci delle teorie kabalistiche. Elipahs Levi, Eduard Bolwer Litton e Wynn Westcott ai quali si deve imputare la ricostituzione di una Società Rosacroce britannica fondata nel 1865 a Londra. Nell’anno 1888 venne inoltre riconosciuta la Loggia dell’Alba Dorata (Golden Dawn Lodge) una delle prime che ammetteranno al suo interno affiliati di sesso femminile. La Società, come ci spiega Epipahnius ‘comprendeva tre Ordini e undici gradi: il primo chiamato ‘Golden Dawn in the Outer (all’Esterno), il cerchio meno esoterico, più esterno, articolato nei cinque gradi inferiori; il secondo Ordine ‘della Rosa Rossa e della Croce d’Oro’ con tre gradi intermedi, mentre il terzo Ordine era riservato ai Capi Segreti con i tre gradi di Magister Templi, Magus e Ipsissimus. Il nome della Golden Dawn si accompagnava sempre al suo equivalente ebraico ‘Chebreth Zerech aur Bokher’ mentre il simbolismo si riferiva a quello in uso presso gli egiziani, i greci, la mitologia indù e, naturalmente, la Kabala ebraica.’(5°)

Da questo momento in poi verranno proposte – soprattutto in Francia e Gran Bretagna – una serie innumerevole di organizzazioni a sfondo esoterico-occultistico, magico e comunque de facto massonico che incideranno nella storia delle grandi tragedie del XX° secolo in maniera assolutamente ‘discreta’ ma allo stesso modo incisiva e destabilizzante.(6°)

Iniziava l’ultimo assalto all’Europa, quello che avrebbe portato la Massoneria a controllare la vita politico-economica dell’intero Occidente plutocratico e il Sionismo Internazionale a dominarne i destini, burrattinaio dietro le quinte della storia a tessere i fili e a gestire il potere. Si badi difatti bene a comprendere una verità che rischierebbe altresì di restare in second’ordine: AD UNA SOLA COSA MIRA IL SIONISMO INTERNAZIONALE, UN SOLO OBBIETTIVO E’ FONDAMENTALE PER LA SINAGOGA MONDIALISTA: LA CONQUISTA DEL MONDO, L’AFFERMAZIONE DI UN GOVERNO MONDIALE EBRAICO.

La Massoneria è solamente uno strumento del quale il Sionismo si serve per schiacciare le società dei Goym, i Gentili, i Non Ebrei che considera pari o meno di sterco di animale. Prima di passare a studiare, in un capitolo a parte, la Massoneria esclusivista ebraica, il B’nai B’rith, riportiamo alcune testimonianze sulle connessioni tra Ebraismo, Sionismo e Massoneria:

‘’Il Serpente ispiratore di disobbedienza, insubordinazione e rivolta fu maledetto dai vecchi teocrati mentre era onorato tra gli iniziati. Renderlo simile alla Divinità: questo era lo scopo degli antichi misteri. Ai nostri giorni il programma non è cambiato’. Oswald Wirth – ‘Il Libro del Compagno’

‘Il Segreto dei segreti dell’Alta Massoneria è la deificazione di Satana dissimulata sotto il titolo di Grande Architetto dell’Universo’. Domenico Margiotta ex alto dignitario della Frammassoneria – ‘Il Palladismo’

‘Ho abbandonato la Massoneria perché mi sono persuaso che noi non eravamo se non l’istrumento dei giudei, i quali ci spingevano alla distruzione del cristianesimo’. Lettera di E.De Camille al quotidiano ‘LeMonde’ 1870

‘Si può tessere la storia della penetrazione ebraica nella Chiesa Cristiana cominciando dall’Ebionismo primitivo fino al Protestantesimo’. Bernard Lazare

‘Abbattere la religione cristiana è l’unico fine di tutte le azioni e di tutte le preghiere d’Israele’. Dr. Buxtorf dal libro – Synagoga Judaica (1603)

‘Le leggi stesse della guerra piegano sotto la potenza massonica. Ciò che non possono né i Re, né i Capitani, un solo segnale massonico può fare’. Dichiarazione tratta dal ‘Globe Franc-Macon’ del 1842

Che cos’è la Massoneria? ‘E’ l’organo della conquista del mondo da parte degli Ebrei a danno ed a spese dei Goim (plurale di Goj) che in ebraico sono tutti i non ebrei ed in particolar modo gli occidentali sotto il convenuto titolo di ‘cristiani’ considerandosi Cristo formalmente come il capo-stipite delle religioni d’ Occidente, ma sostanzialmente come il simbolo di tutti i popoli non-ebrei da assoggettare’. Francesco Gaeta – ‘La Massoneria’ (1944)

‘Vedete se la massoneria ha fatto la sua festività principale di qualsiasi altra data del Risorgimento. No la grande, la sola, la vera è il XX settembre. La presa di Roma pagò agli ebrei parecchi debiti in una volta: diciotto secoli di disperato assedio operato dal cervello e dal denaro ebraico, diciotto secoli dopo la scomparsa di Sion. Finalmente gli ebrei avevano espugnato l’Italia, dopo averla creata in modo conveniente a prenderla in consegna e tenerla a disposizione dell’ebraismo internazionale: finalmente cadde in loro potere la città di Cristo. Taglione su tutta la linea: che cosa infatti significa la famosa prigionia del Papa , se non l’assegnazione del ghetto a Colui che aveva inizialmente istituito i ghetti?’. Francesco Gaeta, poeta napoletano (1913)

‘I legami fra ebraismo e massoneria sono strettissimi, anzi inscindibili. Ad essi abbiamo accennato già in nostri scritti , in realtà altri argomenti potrebbero addursi: basti qui dire che il simbolismo della Massoneria è in ogni parte mutuato dall’ebraismo talmudico, a partire dal famoso ‘pentalfa’ o stella a cinque punte, simbolo ufficiale della setta, che nella cabala è considerato l’equivalente della stella di David’. Gershom Scholem – ‘La Cabala’ (Edizioni ‘Mediterranee 1992)

‘La Massoneria è una gramigna nel campo della vita dei popoli. Abolire le logge, è come sradicare la gramigna. Ma il seme della gramigna, lo spirito della massoneria, è ancora nella terra del campo, nelle falde e nei solchi della vita dei popoli’. F.Hagen citato da G.Preziosi, Articolo ‘Rivelazione ammaestrative dalla ‘Mostra Antimassonica’ di Bruxelles’ – Tratto da ‘La Vita Italiana’ 15.04.1941

‘Con la Rivoluzione Francese è iniziata l’epoca messianica, una nuova era per il giudaismo’. Moses Hess

‘E’ dal fondo delle nostre logge che furono emanati prima nell’ombra , poi nella penombra e infine nella piena luce, i sentimenti che finirono per produrre la sublime esplosione di cui fummo testimoni nel 1789’. Lamartine (1848)

‘Gli autori della Rivoluzione formano una nazione speciale che nacque e crebbe nelle tenebre, in mezzo alle nazioni civili, con lo scopo di sottometterle tutte al proprio dominio’. Cav. De Malet

‘In ogni paese si è costituita una associazione compatta e onniposssente, composta di uomini intelligenti, attivi e senza scrupoli i quali si sono arrogati una specie di diritto d’immischiarsi in tutti gli affari, di sfruttare la credulità umana e di educare perfino la gioventù secondo le loro idee’. Osman Bey – ‘Gli Ebrei alla conquista del mondo’ (1883)

‘Il problema ebraico avrà sviluppi che faranno fremere tutti i dirigenti politici sensati. Il problema ebraico si alzerà dinanzi ad essi con una forma ed una realtà così pressante e così acuta come mai nel corso della storia. I dirigenti politici delle varie nazioni potranno fare ciò che vorranno, ma non si sbarazzeranno del problema ebraico’. Dal ‘Jewish Chronicle’ 3.03.1939

‘E’ la Massoneria che ha preparato la nostra rivoluzione, la più grande di tutte le epopee popolari che la storia abbia mai registrato nei suoi annali’. Les Documents Maconniques (1941-1944)

‘La Massoneria che preparò la rivoluzione deve continuare l’opera sua’. Enrico Delassus – ‘Il problema dell’ora presente’ (1907)

‘L’ideale stesso della Massoneria sia racchiuso tutto nelle parole ‘fratellanza, libertà e tolleranza’. Ernesto Nys – ‘Origini, glorie e fini della Massoneria’

‘Gli ispiratori, i filosofi ed i capi storici della rivoluzione francese avevano giurato di rovesciare la corona e la tiara sulla tomba di Jacques de Molay’. Pike ‘Morals and Dogma’

‘Agli occhi dei rappresentanti della tradizione parve che un trono fosse stato rovesciato e delle guerre europee scatenate unicamente affinchè l’ebreo potesse raggiungere il rango di cittadino e la dichiarazione dei dirittir dell’uomo sembrò non essere stata che la dichiarazione dei diritti dell’ebreo’. Bernard Lazare ‘L’antisemitismo sua storia e cause’

‘La Massoneria è un’istituzione ebraica, la cui storia, i gradi, gli incarichi, le parole di passo, le interpretazioni sono ebraiche dall’inizio alla fine’. Isaac Wise, Gran Rabbino in ‘The Israelite in America’ 1860 

‘I rapporti tra massoneria e giudaismo sono più intimi di quanto si pensi’. La Veritè Israelite, 1861

‘Ciù che la massoneria scozzese deve alla Kabala è l’allegoria della parola vera che ci darà nelle mani la pienezza della gnosi e la dominazione dell’universo’. S. Farina ‘Il Libro completo dei rituali Massonici’ 1988

‘La massoneria è presente naturalmente in Israele , la terra che ha fornito all’istituzione la parte più cospicua della simbologia’. AA.VV ‘La Libera Muratoria’ 1978

‘Il grande ideale del Giudaismo è che il mondo intero sia compenetrato dell’insegnamento ebraico e che una fraternità universale delle nazioni, un giudaismo allargato, subentri a tutte le razze e religioni’. ‘Jewish World’ del 9.02.1863

‘Noi dobbiamo affermare alto e sempre che la massoneria vuole lo stato completamente, radicalmente, sostanzialmente laicale’. Adriano Lemmi citato nell’articolo ‘I tre amori della massoneria’ riprodotto da ‘Civiltà Cattolica’ del 19.04.1958

‘La nostra missione è servire l’avvenire: siamo la contro-chiesa’ da un discorso di Jacques Mitterand G.M. del Grand’Oriente di Francia all’Assemblea Generale del settembre 1962




Note al Capitolo 9°:

– ‘Sull’Istituzione della Prima Loggia in Firenze (1732)’ articolo a firma M.P. Azzuri, da ‘Hiram’ Rivista Massonica, Organo del Grand’Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani – Via San Pancrazio n°8 a Roma – Nr° 2 del Febbraio 1990.

– Eugenio Saracini – ‘Breve Storia degli Ebrei e dell’Antisemitismo’ – Edizioni Mondadori – Milano 1977

– Carlo Alberto Roncioni – ‘Il Potere Occulto’ – Edizioni ‘Sentinella d’Italia’ – Monfalcone 1974

- Piero Sella – Prima d’Israele’ – Edizioni de ‘L’Uomo Libero’ Milano 1990

- Epiphanius – ‘Massoneria e Sette Segrete: la Faccia Occulta della Storia’ – Edizioni sconosciute – Trento 1993

– Brevemente e in maniera schematica possiamo qui ricordare brevemente alcune delle principali organizzazioni a sfondo massonico sorte tra la fine del XIX° secolo e gli inizi del XX° secolo: dalla Chiesa Gnostica di Julies Doinel alla Società Teosofica di Madame Blavastky, dal New and Reformed Palladian Rite di Albert Pike e Giuseppe Mazzini all’Ordo Templi Orientis (O.T.O.) di cui fece parte il mago nero Aleister Crowley all’Antico e Mistico Ordine dei RosaCroce (A.M.O.R.C.) dell’ebreo americano Harry Spencer Lewis, dalla Società Antroposofica di Rudolf Steiner al Patto Sinarchico del Tecnocrate Saint Yves D’Alveydre, dalla Fabian Society dell’israelita Henry Mayer Hyndman alla Fondazione Carnegie una delle molte società premondialiste d’inizi secolo, dalla Round Table di Cecil Rhodes alla Pilgrims Society, dal Movimento Sinarchico d’Impero al Movimento Pan-Europeo del conte Coudenhove Kalergie entrambi creati nei primi anni ’20 assieme agli Istituti d’Affari Internazionali Inglese (RIIA) e statunitense (CFR). Tutti questi organismi sono stati attualmente sostituiti o ridimensionati all’indomani della 2° Guerra Mondiale quando il Sistema Mondialista edificherà l’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, ancorando a questa assise massima internazionale i destini di popoli e nazioni.




Da IL GOVERNO MONDIALE EBRAICO
di Dagoberto Huseyn Bellucci
(Capitolo 9)




Il Governo Mondiale Ebraico - PDF      
Di Dagoberto Huseyn Bellucci, 2002 (1,2 MB)



Il Governo Mondiale Ebraico - HTML:


Formazione e sviluppo di un’ideologia razzista: il SIONISMO - Capitolo 1

La Kabala e il Talmud: lo strano esoterismo ebraico - Capitolo 5

Ebraismo e Massoneria - Capitolo 9

La massoneria Ebraica: il B'nai B'rith - Capitolo 10

SIONISMO E CAPITALISMO: Dall’usura alla banca - Capitolo 11


"Israele come stato ebraico costituisce un pericolo non solo per se stesso e per i suoi abitanti, ma per tutti gli ebrei e per tutti gli altri popoli e stati del Medio Oriente e anche altrove."

- Prof. Israel Shahak, ebreo israeliano e direttore della lega israeliana per i diritti umani e civili


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