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Jacques Chirac e la comunità ebraica

Questo estratto viene tradotto dal testo "Il vero volto di Jacques Chirac. I segreti di un presidente", (Ed. Facta, Parigi, 1995), degno di attenzione in quanto studio approfondito della vertiginosa ascesa di questo personaggio al vertice delle istituzioni francesi (sindaci di Parigi, Primo ministro, presidente della Repubblica) grazie all'appoggio della influentissima comunità ebraica transalpina e della framassoneria francese.

Il medesimo folgorante iter lo prevediamo in Italia per l'attuale sindaco di Roma Rutelli, galoppino della comunità ebraica italiana. Chi vivrà vedrà!

"Avanguardia"

 


Nessun sindaco di Francia ha dato agli ebrei ciò che Jacques Chirac ha loro offerto
(Jean-Piéerre Piérre-Bloch, Actualité Juive, 23 marzo 1995) 


E' un uomo uscito dalla Corréze che si è ritrovato nei valori familiari del giudaismo
(Jean-Piérre Piérre-Bloch, citato da Minute, 19 aprile 1995)


 

Contro i "Falsificatori della storia"

E' da molto tempo che J. Chirac ha apportato il suo sostegno più completo alla comunità ebraica francese e parigina in particolare, e, quindi, in tutti i campi. A titolo d'esempio, in opposizione al suo attuale (nel 1995, n.d.r.) ministro della Giustizia Jacques Toubon, egli si è pronunciato in favore della legge Fabius Rocard-Gayssot e di una interdizione totale degli studi revisionisti (sulla non esistenza delle camere a gas omicide durante il secondo conflitto mondiale). Durante un incontro, organizzato dall'Unione studenti ebrei di Francia il 22 e il 23 marzo 1999 all'Assemblea Nazionale, egli stigmatizzò i "falsificatori della storia". "Bisogna lottare giorno dopo giorno contro coloro che, "storici" autoproclamati, riscrivono oggi l'orrore per banalizzarlo, farlo accettare dalle giovani generazioni. Questi calunniatori devono essere puniti, poiché il principio sacro della libertà di espressione in democrazia non dovrebbe essere lasciato sviluppare in contraccambio della cancrena che finirà, un giorno, per uccidere le nostre libertà…La memoria è il nostro baluardo contro l'odio e l'idra totalitaria".

Il nuovo Presidente della Repubblica è d'altronde, fra gli altri, membro del comitato d'onore dell'Associazione per la Fondazione Memoria di Auschwitz e di quello della L.I.C.R.A. (Lega internazionale contro il razzismo e l'antisemitismo, ndt), membro del Comitato nazionale per la difesa della memoria delle persecuzioni razziste e antisemite commesse sotto l'autorità di fatto detta "governo dello Stato francese" (fondato nel febbraio del 1993 con Simone Veil, Yves Jouffa, vecchio presidente della Lega dei diritti dell'uomo, il gran rabbino Jacob Kaplan, Daniel Mayer, vecchio presidente del Consiglio Costituzionale, ecc.)

Come sindaco di Parigi, dal 1977, egli sovvenziona e finanzia molto generosamente gli inserimenti ebraici a Parigi.

La Comunità dispone oggi di non meno di 88 sinagoghe e oratori, 55 istituti di istruzione, 18 biblioteche, un museo (200 milioni di franchi di lavori), una decina di bagni rituali, cc.

"Quando il Movimento ebraico liberale cerca di costruire una sinagoga, gli si trova il posto sul fronte della Senna. Quando i credenti più ortodossi, come quelli del Sinai o del movimento loubavitch, vogliono dei terreni nei distretti popolari per edificare le scuole, si cedono loro a prezzi preferenziali. Molto velocemente, Jacques Chirac ha compreso l'ipersensibilità della comunità ebraica alle aggressioni di cui è troppo spesso oggetto. La sera stessa dell'attentato contro la sinagoga di rue Copernico, il sindaco di Parigi fu uno dei primi a recarsi sul posto. Più tardi, davanti all'ascesa del Fronte Nazionale, prese nettamente posizione. Nel novembre 1987, al pranzo annuale del C.R.I.F., allora Primo ministro, Chirac dichiarava: "Tengo a dire pubblicamente davanti a voi che non tratterò mai d'alleanze con tale partito d'estrema destra". In questo periodo, Chirac non ha perso occasione per favorire le manifestazioni del ricordo. Ha lui stesso inaugurato la targa che segna la sede del velodromo d'inverno. […] Quest'anno, ha accolto al Municipio i membri del C.R.I.F., per una giornata di riflessione. […] Qualche mese più tardi, la città si è completamente affiancata alle manifestazioni per il centesimo anniversario dell'arresto del capitano Dreyfus […] Grazie alle sue gesta, il sindaco di Parigi ha incontestabilmente conquistato una parte dell'elettorato ebraico, la cui sensibilità tendeva piuttosto verso la sinistra (Le Monde, 18 novembre 1994)".

Yves Azeroual (in Mitterand, Israele e gli ebrei) condivide lo stesso parere: "Egli è divenuto il candidato preferito dagli ebrei religiosi di cui sostiene energicamente le istituzioni. Fiero detentore dell'affetto del Gran Rabbino Jacob Kaplan, egli non perde mai l'occasione di mostrarsi con la kippah. Quanto alla sua posizione sul conflitto del Medio Oriente, si è singolarmente evoluta. Da quella notoriamente proaraba, è quasi divenuto un fervente partigiano del Grande Israele. Come prova, l'invito lanciato a Chalon Wach, sindaco di Kyriat Arba, un insediamento in Giudea Samaria (nei territori occupati) ad un ricevimento in suo onore al Municipio. […] Quanto al suo entourage, da Jacques Toubon a Bernard Pons, passando per Alain Juppé, tutti ostentano belle disposizioni nei confronti di Israele". Ugualmente, egli sarà il primo capo di un governo gollista a recarsi ufficialmente in Israele dopo la guerra dei sei giorni nel 1967, più precisamente nel 1987. In quest'occasione, Le Monde (31 ottobre 1987) non si inganna: "Chirac va a suggellare la riconciliazione tra il movimento gollista e lo Stato ebraico".

 

Una lunga campagna elettorale


- febbraio 1993: inaugurazione da parte di Chirac della nuova sinagoga di rue Riquet, amministrata dalla comunità degli ebrei di Djerba, in compagnia di Jean-Pierre Pierre-Bloch.

- Il 31 maggio e il 1° giugno 1993, il congresso ebraico europeo (presieduto dal francese Jean Kahn) e il Consiglio d'Europa organizzano un seminario sulla lotta contro il razzismo, l'antisemitismo e la xenofobia a Mosca, al fine di educare i parlamenti alle tecniche di repressione. Chirac è, di gran lunga, la più importante personalità politica presente. Egli preparerà una tavola di leggi reprimenti il razzismo e l'antiebraismo in Francia.

- Gennaio 1994: inaugurazione da parte di Chirac della scuola Sinai dei Loubavitich (1300 bambini della materna alle terminali) nel XVIII distretto.

- Marzo 1994: Chirac accoglie al Municipio la Conferenza dei rabbini europei, presieduta da Emmanuel Jacobovitz, gran rabbino della Gran Bretagna, "sola struttura permanente di questo tipo, riunisce ogni due anni il fior fiore del rabbinato europeo". (Actualité Juive, 21 aprile 1994). Si contano attualmente 4 milioni di ebrei in Europa, di cui tra 1 700 mila ed un milione in Francia.

- 20 settembre 1994: presente solamente per due giorni negli Stati Uniti e malgrado un orario pesante, Chirac visita il Museo dell'Olocausto di Washington. "Non nascondendo la sua emozione, egli confidava a Pierre Lellouche, suo consigliere, non capiva perché un tale museo, portatore del medesimo messaggio, non esistesse in Europa o nella stessa Francia" (Actualité Juive, 12 ottobre 1994).

- 16 ottobre 1994: per il centenario dell'arresto del capitano Dreyfus, Chirac inaugura ufficialmente una statua di Dreyfus, grazie a Tim, intitolata "Omaggio al capitano Dreyfus", nel VI distretto. Egli definisce "l'affaire" di "triplo scandalo: lo scandalo dell'ingiustizia, lo scandalo dell'antisemitismo, della xenofobia e lo scandalo della divisione nazionale". Si aggiungono una esposizione al Municipio del IX distretto, una targa commemorativa nel XVIII e un dibattito organizzato dal C.R.I.F.

- 1 dicembre 1994: Dichiarazione dell'associazione degli studenti ebrei per la Repubblica (E.J.R.), che raggruppa i giovani ebrei del R.P.R.

L'operazione viene in realtà montata sottobanco dal Hérout (estrema destra israeliana) e la sua organizzazione giovanile, il Bétar.

Tra i suoi fondatori (Jacqués Sarfati, Emmanuel Cohen-Boulakia ed Elisabeth Marciano) figurano in effetti due membri del Bétar, vero braccio armato degli estremisti sionisti. Questa associazione si farà segnalare per la violenza dei suoi attacchi contro Eduard Balladur, sostenuto dal C.R.I.F.

- 12 dicembre 1995: Chirac, come invitato d'onore al pranzo dell'Associazione di cooperazione economica Francia-Israele (che organizza in Francia la raccolta di prestiti in onore dello stato ebraico) viene osannato. Qualche giorno più tardi, il 17 gennaio, il suo consigliere diplomatico Pierre Lellouche organizza un pranzo con una cinquantina di capi d'azienda e membri influenti della Comunità ebraica. Il R.P.R. sarà rappresentato dal suo portavoce Jean Louis Debré.

- 25 gennaio 1995: durante l'inaugurazione ed una esposizione al Memoriale del martirio ebraico a Parigi, Chirac sottolinea il "carattere inaccettabile del revisionismo", qualificandolo "ingiurie alla realtà" e "reale aberrazione". Si pronuncia ufficialmente per la costruzione a Parigi di un museo all'Olocausto.

- 13 marzo 1995: Jean Pierre Bloch, membro molto influente della comunità ebraica, vecchio presidente del B'ani B'rith (massoneria ebraica) e della L.I.C.R.A., si pronuncia a favore di Chirac, sottolineando la "simpatia" che il sindaco di Parigi ha sempre dimostrato alle organizzazioni di resistenza ed antifasciste: "Io vto Chirac perché Chirac, come Primo ministro è stato il primo a creare un segretariato per i Diritti dell'uomo e a considerare che la Commissione dei Diritti dell'uomo deve essere ricongiunta accanto al Primo ministro".

- Aprile 1995: un gran meeting a sostegno di Chirac che doveva riunire 3000 sostenitori ebrei al Circo d'inverno viene finalmente annullato a causa del tempo. Per rifarsi, Bernard Pons e Pierre Lellouche incontrano una cinquantina di presidenti delle comunità locali sotto l'iniziativa di Jean Pierre Bansard, presidente del Circistoro. Si rivelerà quest'avviso comparso in un giornale comunitario (Actualité Juive, 4 maggio 1995): "Commentario di Jean-Pierre Pierre-Bloch sulla "chiracmania" comunitaria: troverei personalmente oltraggioso e scandaloso che la comunità ebraica non segua Chirac per le presidenziali. Non è possibile domandare sempre, ricevere e nulla dare in cambio. Vi è un debito morale nei confronti di J. Chirac". Da parte loro Yves Azeroual e David Pierre-Bloch organizzano una conferenza-dibattito molto favorevole il 13 aprile sul tema "Jacques Chirac e la Comunità ebraica", con Pierre Lellouche, Jean-Pierre Pierre-Bloch, Paoul-Loup Sulitzer, Claude-Géraed Marcus e Jéan-Thomas Nordmann, Arno Klarsfeld, figlio ben conosciuto dei ben noti "cacciatori di nazisti" Serge e Beate Klarsfeld, apporta il suo caloroso sostegno (fax inviato a tutte le redazioni parigine) a Chirac. E Le Monde (15 aprile) indica che "comunicati e appelli si succedono. Le Sentier con Chirac annuncia una petizione che ricorda il suo rifiuto di "ogni compromesso con l'estrema destra". Ritornando sulla campagna, Tribune Juive (11 maggio 1995) indicherà che Chirac "ha senza dubbio beneficiato di un vero voto ebraico. Un voto […] che si è manifestato a Parigi segnatamente attraverso una chiracmania che rasenta a volte la propaganda populista".

- 13 aprile 1995: pubblicazione di un lungo colloquio in Tribune Juive. Chirac si è qui pronunciato "molto preoccupato per la sicurezza degli israeliani" e ribadisce il suo rifiuto di ogni "compromesso" con il Fronte Nazionale. Interrogato su di una aumentata repressione contro i revisionisti e su una maggiore pedagogia, dichiara: "I due provvedimenti sono evidentemente necessari. Io sono per una stretta applicazione dei testi che condannano la rimessa in causa del genocidio e ogni apologia del sistema nazista. Detto ciò, nulla rimpiazzerà il dovere d'educazione. […] Avevo chiesto quando ero Primo ministro che corsi di storia venissero alla Shoah e anche a ciò che fu l'occupazione in Francia".

- 30 aprile 1995: Chirac celebra il cinquantesimo anniversario della liberazione dei campi al memoriale del martire ebreo sconosciuto, al fianco di Philippe Mestre, Jacques Toubon, Marek Halter, Pierre Lellouche e Simon Veil.

- 7 giugno 1995: Chirac patrocina la gran serata annuale dell'associazione Benjamin per l'integrazione dei bambini handicappati israeliti.



Tratto da "Avanguardia" n.166, Cas.Postale, 170 - 91100 - Trapani


"Israele come stato ebraico costituisce un pericolo non solo per se stesso e per i suoi abitanti, ma per tutti gli ebrei e per tutti gli altri popoli e stati del Medio Oriente e anche altrove."

- Prof. Israel Shahak, ebreo israeliano e direttore della lega israeliana per i diritti umani e civili


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